sabato 16 luglio 2011
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Preoccupato allarme del mondo dell’associazionismo, in primo luogo familiare, nei confronti dei tagli lineari dal 5 al 20% attuati dalla manovra su tutte le agevolazioni fiscali anche quelle per i figli a carico, gli asili nido, le spese mediche, i contributi previdenziali, l’istruzione, il terzo settore. Sforbiciate che vanno a colpire in modo indiscriminato chi, investendo a sue spese sulle nuove generazioni, fa già notevoli sacrifici a servizio del Paese, e chi, già in condizioni di estremo disagio, non può essere privato di quel pochissimo che ha. Il Forum delle associazioni familiari richiama l’attenzione sul fatto che «un taglio lineare su tutto, va come sempre a colpire i redditi medio bassi, quelli che usufruiscono oggi delle detrazioni fiscali ed assegni familiari, lasciando inalterati i soldi in tasca a chi i soldi li ha già». Il "cartello" che tutela genitori&figli ricorda che «per mesi i tavoli tecnici del ministero dell’Economia hanno lavorato proprio alla semplificazione fiscale ed in quella sede sono stati individuati, anche su proposta del Forum, alcuni criteri di taglio del sistema delle agevolazioni». Adesso le domande che si pongono sono varie e tutte preoccupanti: quel lavoro è stato allora del tutto inutile? Devono essere ancora i redditi, medio bassi, delle famiglie con figli a salvare l’Italia? Si devono tagliare in egual misura detrazioni per figli a carico e agevolazioni sulle rendite finanziarie, già molto agevolate?Le famiglie, sottolinea la nota del Forum, «sono sempre state il principale "tesoretto" del nostro Paese, e non si sono mai tirate indietro di fronte alla richiesta di sacrifici. Tantomeno lo faranno oggi, di fronte ad una manovra così dura ma insieme assolutamente necessaria». Ma, oltre alle domande già sollevate, non si può non esprimere «la sensazione, che purtroppo è certezza, che anche questa volta alcune categorie non pagheranno; e purtroppo tra le categorie che non faranno sacrifici ancora una volta troviamo la politica».Da lunedì, però, avverte "l’associazione di associazioni", «riparte il confronto sulla riforma fiscale, e il Forum ricorda a governo e Parlamento che qualunque riforma del fisco o sarà a misura di famiglia, o sarà ancora una volta iniqua, e soprattutto incapace di generare sviluppo, progetto e futuro per il nostro Paese». «La forbice sociale sta aumentando, anziché diminuire – ammonisce il Forum del Terzo settore –. E la coesione sociale del nostro Paese sta per saltare, mentre la dialettica politica di maggioranza ed opposizione sembra non tener conto del bene del nostro Paese». È in un momento come questo, invece, che il Paese «deve ricevere segnali di rassicurazione e azioni di sostegno reale per quanti stanno subendo gli effetti più pesanti della crisi e in modo particolare il ruolo delle organizzazioni sociali del terzo settore deve essere supportato». Infine per la campagna "I diritti alzano la voce" (promossa da 25 organizzazioni del volontariato e del terzo settore), il portavoce Lucio Babolin evidenzia che «il governo ha ancora una volta colpito senza ritegno i più svantaggiati e il ceto medio, e in particolare lavoro dipendente e pensionati, che pagano le tasse e sono dunque i più penalizzati da questo taglio indiscriminato e dissennato». Dunque «è una manovra di classe, che rompe di fatto il patto sociale e che produrrà forti lacerazioni nel paese».
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