giovedì 30 giugno 2011
Berlusconi: tagli dolorosi, ma troveremo l'intesa. Ma per Bersani sarà una vera bomba sociale. Il capo dello Stato ad Oxford si dice stupito per il rinvio del grosso dei tagli e raccomanda coesione e coraggio.
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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano vigila dall’alto sulla manovra economica, non nascondendo la sua «sorpresa» per la decisione di affrontare il massimo dei tagli nell’ultimo periodo della legislatura. A Oxford per riceve un dottorato honoris causa in diritto, il capo dello Stato ha parlato della situazione italiana con qualche preoccupazione. «Non c’è dubbio – ha detto a questo proposito – che oggi ciascuno si prende le sue responsabilità anche per il domani». Napolitano ha espresso sorpresa per la notizia «sui giornali» di una «proiezione distinta per il 2013-14». Poi ha aggiunto: «Si vedrà se sarà un provvedimento che già in questa fase entra nel merito del da farsi per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013-14 o no, ma non c’è dubbio che discutendone oggi, ciascuno si prende le sue responsabilità anche per domani». Durante il discorso a Oxford il presidente della Repubblica non ha mancato di ribadire il suo appello alla responsabilità e all’unità nazionale di fronte a una prova concordata con l’Ue: «Bisogna avere fiducia nell’Italia per creare le condizioni di una convergenza che è necessaria in vista degli sforzi che ci attendono, a cominciare dalla manovra di rientro dal debito». A Palazzo Chigi la vigilia è stata vissuta con una certa trepidazione per i distinguo di Bossi, ma anche con la consapevolezza che il clima è migliorato, grazie all’atteggiamento collaborativo di Tremonti che ha portato a «una manovra collegiale e condivisa», sia pure «dura e dolorosa». Sulla quale ci saranno anche emendamenti e proste, ha spiegato il ministro Ignazio la Russa. Quanto alle critiche sulla decisione di spostare alla fine della legislatura il grosso dei tagli, Berlusconi ha spiegato ai suoi collaboratori: «Dovevamo dare un segnale immediato per la ripresa, non potevamo iniziare subito con i tagli, avrebbero avuto un effetto depressivo». Mentre Tremonti ha aggiunto: «Fuori dai confini qualcuno pensava che i primi a saltare saremmo stati noi. E invece no. E certo, oggi nel pieno di  una crisi che continua partendo dalla Grecia, dobbiamo continuare. Non abbiamo alternative». Di Bossi, si diceva. A Montecitorio ha confermato che la Lega intende presentare degli emendamenti in Consiglio dei ministri quest’oggi.  Il Senatur non ha voluto specificare su quali argomenti, anche se è nota l’ostilità leghista per la riforma delle pensioni. Dalle opposizioni continuano invece a partire cannonate in direzione della manovra. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha, se è possibile, reso ancora più severo il giudizio espresso nei giorni scorsi: «È una bomba sociale. La maggioranza ha sempre negato l’esistenza della crisi, ed adesso ci troviamo con una montagna davanti a noi; questa viene semplicemente spostata, con la manovra, al 2013 e 2014, innescando una bomba sulle spese sociali». Bersani ha aggiunto: «La maggioranza e il governo sono allo sbando. Come possono affrontare una manovra in queste condizioni? Davanti agli impegni europei, e internazionali dobbiamo assumere, e spero che lo sappiamo tutti, noi opposizione e loro governo, una linea seria rigorosa che - ha concluso Bersani - metta sicurezza il Paese». Parole simili dal leader di Sel, Nichi Vendola: «Questa è una patrimoniale sui poveri. L’Europa non ci chiede di prendercela con i poveri, con le classi meno abbienti, con i ceti medi, in un paese con 110-120 miliardi di evasione sarebbe utile fare un discorso serio su come toccare la ricchezza». Per Antonio Di Pietro, infine, si tratta di «una manovra doppiamente criminale, perché «inserisce norme che nulla hanno a che vedere con la quadratura dei conti» e perché «scrivono sulla carta che servono 40 miliardi, ma poi dicono che troveranno i soldi dopo le elezioni».
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