mercoledì 15 febbraio 2017
Tra le perplessità di Dario Dongo, fondatore del portale greatitalianFoodTrade.it, quelle riguardanti la salute pubblica
Dimostranti anti-Ceta protestano davanti alla sede dell'Europarlamento a Strasburgo (Ansa)

Dimostranti anti-Ceta protestano davanti alla sede dell'Europarlamento a Strasburgo (Ansa)

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Caro direttore,

milioni di cittadini europei hanno manifestato a più riprese per opporsi ai negoziati condotti nell’ultimo quinquennio, sotto segreto assoluto, in vista di un trattato economico transatlantico. Anzi due, Ttip e Ceta.

E proprio mentre il neopresidente Donald Trump esulta all’arresto di ogni trattativa in corso tra Unione Europea e Stati Uniti, l’accordo con il Canada si avvicina alla firma. Il Ceta non è un semplice accordo commerciale volto a ridurre o abbattere i dazi alle importazioni sulle merci in transito da una sponda all’altra dell’oceano Atlantico. È invece un trattato di straordinaria ampiezza, 1600 pagine di testo, il cui obiettivo è armonizzare il complesso delle politiche che a vario titolo possono incidere sulla produzione di beni e la fornitura di servizi in un contesto internazionale che vede da un lato l’Unione europea e dall’altro, di fatto, non solo il Canada ma anche i gruppi economici aderenti al Nafta.

Il criterio-guida di tale 'accordo comprensivo' è favorire il più possibile la prosperità delle attività industriali e imprenditoriali. Ma a quale costo? Anzitutto cedendo la sovranità sulle politiche che a partire dal secondo dopoguerra hanno consentito di definire in Europa la tutela dei lavoratori e dei cittadini sotto l’egida di un modello, il Welfare State, che ha trovato diverse declinazioni per raggiungere un pur difficile compromesso europeo sui diritti di base: scuola e sanità, dignità del lavoro e garanzie sindacali, assistenza sociale. Ma anche salvaguardia dell’ambiente, a partire dal suolo e della biodiversità, emissioni in atmosfera, gestione dei rifiuti e protezione dei bacini idrici. Verso l’attuazione degli obiettivi posti in Cop21, nella Ue inizia pure il divestment dai combustibili fossili.

La salute pubblica in Europa è stata perseguita con politiche identitarie che nell’ultimo decennio hanno dato vita a regole uniformi, prese ad esempio anche dai legislatori di altri continenti. In ciò la precauzione è posta a base della regolazione tecnica e del commercio. La sicurezza è stata messa al centro della disciplina delle sostanze chimiche – con il regolamento Reach (Registration and Authorization of Chemicals) – e del diritto alimentare europeo. Alcuni esempi, in ambito alimentare, sono offerti dai nuovi orizzonti della biologia sintetica. Dai cosiddetti 'diversamente Ogm' (Npbts, New Plant Breeding Techniques) alla clonazione animale che nel continente americano non è molto ben regolata. Si aggiunge la questione degli agrotossici, la cui ricerca si accompagna allo sviluppo di sementi geneticamente progettate per resistervi. E poi gli interferenti endocrini, già indiziati principali di patologie in crescita, ma a loro volta in attesa di politiche idonee a mitigare i rischi.

L’orizzonte più verosimile sarebbe invece, purtroppo, una tabula rasa dei diritti, vale a dire la progressiva eradicazione di ogni norma – europea, nazionale e regionale – che non risulti fondata su valutazioni scientifiche di rischiosità accertata nei consessi internazionali. Altrimenti si avrebbero contenziosi come quelli che l’Europa ha già subito per due decadi al Wto – proprio su iniziativa di Usa e Canada – per avere vietato carni di bovini dopati con ormoni di sintesi e per aver regolamentato la coltivazione e l’impiego di Ogm. Contenziosi costati molto cari a coloro che esportavano oltreoceano i cibi made in Italy e made in France e hanno subito l’impennata dei dazi a titolo di ritorsione.

Ma è giusto che ciò possa accadere senza una preventiva consultazione dei cittadini? I tempi sono brevi, le commissioni dell’Europarlamento si sono già pronunciate e l’Assemblea esprimerà il voto definitivo sull’approvazione dell’accordo nella odierna sessione plenaria a Strasburgo.

*Avvocato, fondatore del portale GreatitalianFoodTrade.it

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