mercoledì 17 gennaio 2018
A bordo della Classe S dotata di un alto grado di guida assistita, che ha fatto il giro del mondo per raccogliere dati e imparare a reagire a qualunque tipo di segnaletica stradale
La Classe S “Intelligente Drive” che ha percorso 9,5 milioni di km per immagazzinare dati utili alla guida autonoma

La Classe S “Intelligente Drive” che ha percorso 9,5 milioni di km per immagazzinare dati utili alla guida autonoma

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Semi-autonoma, autonoma, o quello che sarà. Poco importa intuire oggi dove andrà l’auto. E chi la guiderà domani. Di certo sta cambiando profondamente, forse anche troppo in fretta. I veicoli autonomi non sono il futuro, ma già il presente: manca la regolamentazione di sicurezza necessaria e l’interazione (indispensabile) con le vetture "normali" che ovviamente non potranno sparire dalle strade se non prima di molti anni. Ma il 90% della tecnologia che fa funzionare le vetture che guidano da sole, è già disponibile.
Las Vegas ad esempio è stata anche la tappa finale dell’Intelligent World Drive, il progetto di Mercedes-Benz che, percorrendo 9,5 milioni di chilometri, ha attraversato tutti e cinque i continenti per testare le funzioni di guida automatizzata, consentendo agli esperti di tutto il mondo di raccogliere dati e informazioni sulla circolazione stradale in condizioni reali, e di adattare in futuro le funzioni automatizzate e autonome in linea con le situazioni di traffico e utenza specifiche di ogni Paese. Le prove di guida autonoma nell’area metropolitana di Los Angeles, e successivamente in direzione del CES a Las Vegas, hanno concentrato l’attenzione sull’analisi del comportamento di marcia nell’intenso traffico urbano ed extraurbano. Un lavoro immenso, per vincere una delle principali sfide che la guida autonoma comporta: comprendere, catalogare e consentire alla vettura di reagire di fronte a qualunque segnaletica stradale, spesso completamente difforme tra Paese e Paese, come le stesse differenti regole del codice stradale.
Al Salone della tecnologia abbiamo testato le potenzialità della vettura utilizzata per i test, basata su una Classe S versione berlina, appositamente attrezzata di tutti gli strumenti necessari a queste rilevazioni. A iniziare dal sistema Distronic Plus. Il nuovo software è in grado di gestire lo sterzo e mantenere la distanza di sicurezza in marcia, regolando anche la velocità in funzione del tracciato, riconoscendo curve e incroci. Il tutto, supportato dai sistemi già noti, Active Emergency Stop Assist ed Active Lane Change Assist, che sono stati ulteriormente perfezionati. La nuova Classe S è equipaggiata con sistemi di radar e di telecamere che le fanno vedere in anticipo le situazioni del traffico fino a una distanza di 250 metri, utile tanto in autostrada che in città. Grazie ai sistemi affinati, ora la vettura è ora in grado di rimanere ferma fino a 30 secondi e ripartire automaticamente in caso di coda, seguendo i veicoli che precedono. Anche la lettura dei dati cartografici e di navigazione è stata migliorata, offrendo ora una precisione mai vista prima.
Si tratta solo del cosiddetto “livello 2” della scala della guida autonoma, quello dell’automazione parziale: accelerazione, frenata e sterzo sono lasciati completamente alla macchina, ma il guidatore si deve occupare del monitoraggio dell’ambiente circostante in ogni caso. Mercedes, come altri marchi, è già più avanti di questo livello nelle sperimentazioni, ma su strada preferisce un approccio più prudente e graduale a questa rivoluzione annunciata. Piedi sui pedali e mani al volante dunque: il sistema che ha fatto il giro del mondo è un semi-autonomo che consente al guidatore di rilassarsi in determinate circostanze, facendo affidamento sul “cervello e gli occhi elettronici” della vettura, ma che al tempo stesso fornisce una panoramica chiara e precisa delle funzioni selezionate e delle situazioni a cui reagiscono i rispettivi sistemi di assistenza.

«Vogliamo rivoluzionare il modo di interagine con l'automobile - spiega Ola Kallenius, responsabile di Ricerca e Sviluppo di Mercedes-Benz -e vogliamo farlo attraverso un approccio olistico e intelligente. Il rischio di spersonalizzare l'utilizzo della vettura? Non credo sia il caso di parlare di questo, anzi, la nostra è un'evoluzione umanocentrica della tecnologia: non vogliamo che la robotica si sostituisca al guidatore ma al contrario pensiamo che aumentando confort e sicurezza, l'esperienza al volante sarà sempre più coinvolgente ed emozionante».

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