venerdì 6 ottobre 2023
Per il presidente Cuzzilla, «il sistema previdenziale ed economico italiano non può attingere alle tasche dei cinque milioni di italiani che pagano da soli il 60% dell'Irpef»
Il presidente della Cida Stefano Cuzzilla

Il presidente della Cida Stefano Cuzzilla - Ansa

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Difendere il sistema pensionistico, anche a garanzia delle future generazioni, in un contesto che ha visto una spirale negativa che negli ultimi anni si è abbattuta sulle pensioni del ceto medio e scongiurare ulteriori interventi che sottraggano altre risorse a chi ha pagato onestamente tasse e contributi. È questo l'obiettivo dell'incontro pubblico di questa mattina all'Auditorium San Fedele di Milano dal titolo Siamo tutti lavoratori! Difendere le pensioni e riportare equità. Adeguare le pensioni del ceto medio al costo della vita, soprattutto in un periodo storico dove l'inflazione sta colpendo i cittadini. A dirlo è la Cida, Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. In Italia oggi il 13% dei contribuenti ha un reddito, da lavoro o da pensione, da 35mila euro lordi in su e si fa carico di circa il 60% di tutta l'Irpef. Eppure negli ultimi 25 anni le pensioni dei dirigenti e di tutti coloro che hanno un reddito pensionistico superiore a 4-5 volte il minimo Inps hanno subito cinque contributi di solidarietà e dieci blocchi perequativi e in 30 anni hanno perso più di un quarto del potere d'acquisto. Portato a dieci anni, ai pensionati sono stati tolti 40 miliardi di euro proprio per il mancato adeguamento della pensione all'inflazione nel 2023. «Vogliamo essere costruttivi e arrestare il processo di impoverimento che sta colpendo il Paese, nessuno escluso. Il sistema previdenziale ed economico italiano non può attingere alle tasche dei cinque milioni di italiani che, in servizio o in pensione, pagano da soli il 60% dell'Irpef. Mentre tutti gli altri sono quasi interamente assistiti. La sostenibilità sta nel recupero deciso dell'evasione, che ormai viaggia a circa 100 miliardi ogni anno. E non può esserci sostenibilità senza l'ampliamento della base contributiva e assicurativa attraverso investimenti che favoriscano i lavoratori stranieri, l'aumento delle nascite, l'estensione del lavoro femminile, retribuzioni più alte, il rientro dei giovani dall'estero e un'istruzione di qualità», ha dichiarato Stefano Cuzzilla, presidente Cida nel suo intervento. Organizzato da Cida e con la partecipazione dei rappresentanti del Forum dei Pensionati, dell'Associazione Nazionale Magistrati in pensione e del Sinpref, l'associazione dei Funzionari Prefettizi, l'evento vuole aprire un confronto con le istituzioni, ma anche avanzare proposte eque e lungimiranti che mirino a una crescita economica sostenibile.

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