venerdì 22 febbraio 2019
L'intesa prevede tutele del lavoro, contrasto alla concorrenza sleale e sviluppo della formazione
Asstel e sindacati firmano accordo quadro
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Asstel e sindacati delle telecomunicazioni (Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil) hanno firmato un accordo quadro che definisce regole per consolidare l'evoluzione industriale dei call center del settore nell'ambito del Contratto nazionale di lavoro delle telecomunicazioni. L'intesa prevede tutele del lavoro, contrasto alla concorrenza sleale e sviluppo della formazione. L'accordo quadro sui principi e regole per il funzionamento delle attività del settore dei servizi di Customer Care, sottoscritto tra Asstel, l'associazione che in Confindustria rappresenta l'intera filiera delle Tlc, e le organizzazioni sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, disegna un modello organico a cui tendere nel mercato dei servizi alla clientela, sia nella filiera delle telecomunicazioni, sia nella committenza di altri settori di attività. Nel corso della presentazione dell'intesa, le parti hanno evidenziato che l'attuazione delle misure concordate potrà avere un forte impatto sull'intero settore. Infatti il modello di principi e regole dell'accordo è aperto all'adozione anche da parte di aziende committenti al di fuori dal perimetro delle Tlc, proponendosi quindi come base per un'evoluzione complessiva delle attività di call center. Conseguentemente i contraenti auspicano che l'accordo si estenda anche ad altri settori che utilizzano i call center come il comparto energetico, i trasporti, poste.

Infine, ma non meno importante, la
parte dell'Accordo dedicata alla formazione, politiche attive e passive del lavoro, in cui si prevede lo sviluppo di programmi di formazione sulle competenze digitali dei lavoratori, prevenendo così l'obsolescenza professionale e agevolando i processi di riconversione. Contemporaneamente, Asstel e le organizzazioni sindacali intendono promuovere il coordinamento tra enti pubblici e privati che operano nell'ambito del raccordo tra domanda e offerta di lavoro, nell'ottica di rendere il mercato più dinamico e favorire i processi di turn-over, sia all'interno che all'esterno della filiera. Va sempre in questa direzione la volontà di istituire un Fondo di solidarietà per tutta la Filiera delle Tlc: la sua costituzione, i cui tempi di realizzazione diventerebbero più rapidi grazie a un intervento pubblico, consentirà di affrontare i profondi processi di trasformazione del lavoro legati all'innovazione digitale.

Un altro importante cardine dell'accordo riguarda gli ammortizzatori sociali. In questo caso Asstel e le
organizzazioni sindacali hanno rinnovato la richiesta al ministero del Lavoro di rendere disponibili, anche per le aziende di call center in outsourcing che oggi rientrano nell'ambito del Fondo di integrazione salariale, gli stessi ammortizzatori oggi fruibili dalle aziende inquadrate a livello previdenziale nel comparto industria. Nel merito, in materia di tutela del lavoro per le attività inbound (modalità di marketing centrata sull'essere trovati da potenziali clienti), l'accordo prevede che le aziende committenti per i nuovi affidamenti in outsourcing dei propri servizi di Customer Care dovranno fare riferimento al costo medio del lavoro come definito dalle tabelle del ministero del Lavoro elaborate sulla base di quanto previsto dal contratto nazionale delle telecomunicazioni. Questa misura introduce una rilevante novità nell'ambito delle attività di call center svolte in appalto e subappalto. Nei casi di cambio di appalto per le medesime attività di call center, Asstel e le organizzazioni sindacali individuano la necessità di maggiore diffusione della disciplina della "clausola sociale". L'obiettivo è assicurarne l'applicazione effettiva e omogenea anche attraverso un intervento del
ministero del Lavoro, che abbia come riferimento l'accordo sottoscritto da Asstel e Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil il 30 maggio 2016, così da offrire le necessarie tutele ai lavoratori interessati nel rispetto della libertà di impresa.

Sulle attività outbound, viene riconfermato come unico riferimento l'accordo del 1 agosto 2013 (modificato il 31 luglio 2017) che determina il trattamento economico dei collaboratori coordinati e continuativi addetti ad attività di vendita, recupero crediti e/o ricerche di mercato. Si è trattato del primo accordo collettivo che ha fissato un compenso base per un lavoro autonomo, oltre a prefigurare un importante intervento in materia di Welfare sanitario. Circa gli incentivi pubblici riconosciuti alle imprese per l'assunzione del personale, vengono richiesti dei correttivi in quanto tali misure, necessariamente temporanee, sono causa di fenomeni di concorrenza sleale tra le imprese del settore e possono comportare di conseguenti crisi occupazionali, sia a carico degli operatori che non fruiscono di tali incentivi, sia delle imprese beneficiarie stesse, quando gli incentivi scadono.

Sul fenomeno del dumping contrattuale, che Asstel e le organizzazioni sindacali intendono continuare a contrastare con determinazione, viene da un lato sollecitato l'intervento delle istituzioni competenti contro la proliferazione di contratti in dumping o stipulati da soggetti non dotati dei necessari requisiti di rappresentatività; dall'altro lato viene prevista l'applicazione, negli affidamenti in appalto e/o in subappalto,
del Contratto nazionale delle telecomunicazioni (o altro equivalente) o dell'accordo collettivo per le attività di call center "outbound" (messaggio diretto unicamente verso il cliente).

«Oggi è la prima volta che ci presentiamo insieme perché abbiamo una serie di esigenze trilaterali - ha detto il numero uno di Asstel, Pietro Guindani, ricordando che si parla di settori «a forte intensità lavorativa con 55mila occupati complessivi, di cui 35mila nell'inbound e circa 20mila nell'outbound, e ad alta intensità
competitiva». Nel merito, in materia di tutela del lavoro per le attività inbound, l'accordo prevede che le aziende committenti per i nuovi affidamenti in outsourcing dei propri servizi di Customer Care dovranno fare riferimento al costo medio del lavoro come definito dalle tabelle del ministero del Lavoro elaborate sulla base di quanto previsto dal Ccnl Tlc. Questa misura introduce «una rilevante novità nell'ambito delle
attività di call center svolte in appalto e subappalto», hanno spiegato Assotel-Assotelecomunicazioni -l'associazione che in Confindustria rappresenta l'intera filiera delle Tlc - e le tre organizzazioni sindacali. Inoltre, sulle attività outbound, viene riconfermato come unico riferimento l'accordo del 1° agosto 2013, modificato il 31 luglio 2017, che determina il trattamento economico dei collaboratori coordinati e continuativi addetti ad attività di vendita, recupero crediti o ricerche di mercato.

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