lunedì 20 giugno 2011
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L'Italia «non è in pericolo». La rassicurazione arriva proprio dal presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker, che in un'intervista aveva parlato del «pericolo contagio» derivante da un default della Grecia. Oggi durante la riunione dell'Eurogruppo «non abbiamo evocato l'Italia», ha precisato Juncker osservando che «è stata data un'interpretazione ampia» delle sue parole. «Il mio monito - ha aggiunto - riguardava una decisione cattiva come il coinvolgimento obbligatorio del settore privato». Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha proseguito Juncker, «ha letto bene quello che ho detto, non ho mai detto che domani l'Italia o il Belgio debbano tremare e non ritengo che l'Italia sia in pericolo. Ho solo messo in guardia contro azioni imprudenti che possano scatenare le reazioni irrazionali dei mercati». Il presidente dell'Eurogruppo continua a pensare che «alla fine della crisi l'Europa uscirà rafforzata e avrà capito la lezione». I 17 ministri finanziari dell'Eurozona torneranno a riunirsi per decidere la quinta e ultima tranche di aiuti alla Grecia da 12 miliardi domenica 3 luglio. Nove ore di discussioni non sono bastate ieri per decidere lo stanziamento e in attesa di conoscere l'esito del voto parlamentare sul nuovo governo di George Papandreou, previsto per domani, i ministri dell'Eurogruppo hanno preferito rinviare la decisione assicurando però che l'erogazione dei fondi, fondamentale per il rispetto delle scadenze del debito greco, avverrà entro la prima metà di luglio. Un accordo è stato invece raggiunto sulla necessità di provvedere successivamente a un secondo piano di assistenza finanziaria e sulla modalità di partecipazione dei creditori privati a tale piano: sarà su base volontaria e informale e prevede il rinnovo delle obbligazioni in scadenza per «ridurre sostanzialmente le esigenze di rifinanziamento anno per anno», come hanno scritto i 17 nella nota ufficiale diffusa a tarda notte, e allo stesso tempo «evitare un default selettivo» per la Grecia. Nella riunione di oggi è stato inoltre dato il via libera al meccanismo permanente di stabilità finanziaria che dovrà sostituire, nel 2014, l'attuale strumento provvisorio, già utilizzato per Grecia, Irlanda e Portogallo. Lo slittamento della decisione sugli aiuti ad Atene ha avuto riflessi sui listini europei. Piazza Affari si conferma tra le peggiori in Europa, nel primo giorno di contrattazioni dopo la decisione di Moody's di mettere sotto osservazione il rating sul debito sovrano dell'Italia. L'indice Ftse Mib cede il 2%% mentre Londra e Francoforte riducono le perdite sul finale (-0,35% e -0,27% ), Parigi arretra dello 0,61% e Madrid perde l'1,15%. Atene segna una flessione dell'2,52%. L'euro recupera terreno e sale sopra quota 1,43 dollari sulla scia delle rassicurazioni sull'Efsf, il piano di salvataggio europeo.
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