venerdì 28 settembre 2018
Piazza Affari in rosso, lo spread supera i 260 punti
Alta tensione in Borsa con il deficit al 2,4% del Pil
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Forte e diffusa debolezza sul mercato del debito italiano dopo la decisione del governo di alzare al 2,4% del Pil il deficit nei prossimi tre anni. In avvio si è assistito a un forte calo del futures a cui ha fatto seguito il balzo dello spread e dei rendimenti. A preoccupare l'atteggiamento del governo verso il ministro dell'Economia Tria e verso l'Europa. Dopo una lunga trattativa, il governo italiano ieri sera ha alzato al 2,4% del Pil il deficit nei prossimi tre anni. Ha prevalso quindi con nettezza la linea Lega-M5s sulla prudenza e sugli impegni presi con la Ue di Tria, che puntava a una cifra al di sotto del 2% e che tuttavia resterà in carica nonostante le ricorrenti ipotesi di dimissioni. Il documento di bilancio è ora atteso a Bruxelles per il 15 ottobre.

Immediate le ripercussioni in Borsa. Continua a correre lo spread tra Btp e bund tedesco, che vola a 265 punti con il tasso del decennale italiano che balza al 3,14%, con un aumento di 26 punti base soltanto da stamane. Il tasso del Btp biennale vola all'1,07%. Il Ftse Mib accelera al ribasso (-2,5%) sotto 21 mila punti, con -7% per Banco Bpm. L'indice di categoria perde più del 4% con i colossi come Intesa e Unicredit arrivano a cedere il 6 per cento, per poi recuperare. Gli altri listini europei sono deboli, ma con variazioni molto meno marcate, mentre l'euro si conferma sotto quota 1,17 dollari calando a 1,163. Londra tratta in rosso dello 0,04%, Francoforte e Parigi cedono lo 0,5 per cento."Si prospetta una seduta molto volatile e dai volumi sottili. La giornata è lunga e può ancora succedere di tutto, ma credo che sarà proprio il futures il parametro da considerare per capire questa seduta" dice un trader.

Quanto all'Europa, toni relativamente pacati arrivano stamane dal commissario europeo agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici, che ricorda che non c'è nessun interesse da parte della Commissione europea ad una resa dei conti con l'Italia sugli obiettivi di bilancio, mentre Roma ha tutto l'interesse a rispettare le regole di bilancio europee. Se il bilancio non sarà ritenuto conforme alle regole Ue una sanzione è teoricamente possibile, ha detto Moscovici, sottolineando però che generalmente non è favorevole a questa opzione.

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