martedì 24 ottobre 2017
Un emendamento al decreto fiscale collegato alla manovra "congela" il tentativo di far salire il numero delle fatture annuali
Bollette a 28 giorni, arriva lo stop per legge
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È in arrivo lo stop per legge alla “furbata” delle bollette ogni 28 giorni per tutti i contratti di fornitura dei servizi pubblici. Si tratta di una pratica scorretta messa in atto da quasi tutte le compagnie telefoniche e allargatasi anche a qualche pay tv per far passare da 12 a 13 le fatture annuali. L’alt è previsto da un emendamento al decreto fiscale, che è collegato alla manovra, a prima firma del senatore Stefano Esposito (Pd), depositato in commissione Bilancio del Senato, che introduce la fatturazione su base mensile o, anche, bimestrale o trimestrale.

"I contratti di fornitura nei servizi di pubblica utilità - si legge nel testo - prevedono la cadenza di rinnovo delle offerte e della fatturazione dei servizi, ad esclusione di quelli promozionali a carattere temporaneo o stagionale, su base mensile o suoi multipli". Inasprite le sanzioni e previsto un indennizzo forfettario di almeno 50 euro in caso di violazione. In altre parole, scatta un divieto, in tutti i settori soggetti ad authority indipendenti, di emettere fatture a 28 giorni, in modo non solo da fermare chi già lo fa, come le Tlc o le pay tv, ma anche per evitare che altri vengano tentati dall'idea di emulare la prassi. Il testo a firma dei parlamentari dem Esposito e Marcucci ricalca la proposta di legge depositata alla Camera da Alessia Morani (Pd) e modifica la legge del '95 che ha istituito le authority. “Mi sembra che le compagnie stiano provando a fare marcia indietro a parole, ma le nostre intenzioni non cambiano di una virgola - afferma Morani, vice capogruppo a Montecitorio del Partito democratico -. Entro l’anno arriverà una legge che tutti i soggetti saranno obbligati a rispettare”.

Il Pd si vanta di essere stato il primo partito a intraprendere una battaglia politica su cui poi si sono mostrate in sintonia anche forze politiche esterne alla maggioranza, a partire dal M5S, che adesso annuncia la presentazione di un proprio emendamento al "dl fisco" per tornare “a una calendarizzazione a 12 mesi”. La decisione di inserire il provvedimento nella legge di stabilità è stata confermata anche da Carlo Calenda, dopo che fonti del ministero dello Sviluppo economico avevano definito “scorretta” la trovata della bolletta a 28 giorni.

Chi continua a difendere la tempistica ridotta, invece, è l’associazione di categoria degli operatori telefonici che parla di scelta “legittima” in quanto la tariffazione è "a tutti gli effetti una componente dell'offerta commerciale”. Anche se, tra le righe, si legge un segnale di apertura: “Siamo sempre stati disponibili al dialogo con le istituzioni e lo siamo ancora adesso, purché si rispettino i principi della libera concorrenza". Tanto che è stato chiesto un incontro con Calenda e con i parlamentari promotori dei disegni di legge sul tema.

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