lunedì 19 marzo 2012
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Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del convegno dedicato a "L'eredità di Marco Biagi", organizzato a Modena per iniziativa della Fondazione intitolata al giuslavorista vittima dieci anni fa di un brutale atto terroristico, ha espresso in una lettera alla moglie, professoressa Marina Orlandi Biagi, i suoi sentimenti di partecipazione: "È significativo e importante che la ricorrenza di un così tragico e doloroso momento venga colta per guardare anche al presente e al futuro, gettando luce sulla fecondità della ricerca e dell'impegno di Marco Biagi.All'omaggio che così gli rende e al ricordo del suo sacrificio mi associo con profonda personale convinzione e con più che mai viva consapevolezza del debito di riconoscenza che le istituzioni repubblicane e la società civile conservano verso Marco Biagi, per il servizio da lui reso stoicamente al progresso culturale e sociale del paese, al moderno arricchimento del suo patrimonio di conoscenze, ad una più libera battaglia delle idee e alla soluzione di problemi di fondo della collettività nazionale"."In questi dieci anni la sua figura è stata letta in molti modi, è stata tirata da una parte e dall'altra vedendo un solo aspetto del suo pensiero, che è un pensiero molto grande e molto avanti nel tempo. Finalmente dopodieci anni oggi Marco Biagi appartiene a tutti". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, intervenendo a Modena. Finalmente, ha detto il ministro ricordando "una ferita ancora aperta", oggi emerge che lo studioso bolognese "era un uomo super partes, era uno del Paese che pensava alle cosegiuste di cui il Paese aveva bisogno. È questa - ha detto ancora Cancellieri - è la sua vittoria più bella".Cancellieri ha voluto inoltre sottolineare che Biagi "aveva capito delle cose che ha pagato con la vita, il suo guardare oltre".Il ministro, nel suo intervento, ha poi ricordato i concetti che erano alla base della riforma del lavoro portataavanti da Marco Biagi nel suo libro bianco, ovvero la flex security: "era l'uomo della flessibilità - ha proseguito - ma anche della security, non era l'uomo del precariato, voleva garantire comunque sicurezza, sicuramente oggi lo capiamo nella sua interezza". 
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