giovedì 22 gennaio 2009
La Banca Centrale Europea mette in guardia dagli aiuti di Stato: rischiano di pesare sulle generazioni future. L'inflazione si prevede ancora in discesa, poi da metà anno riprenderà. Eurostat: «Nell'eurozona ordini industria -26%».
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''L'economia mondiale sta attraversando una fase di recessione grave e sincronizzata'' mentre ''l'acuirsi e del diffondersi delle turbolenze dei mercati finanziari freneranno probabilmente la domanda su scala mondiale e nell'area dell'euro per un periodo di tempo prolungato''. E' l'analisi che arriva dalla Banca Centrale Europea nel proprio bollettino mensile.Rallentano prestiti a imprese e famiglie. ''L'inasprimento delle condizioni di finanziamento ha contribuito negli ultimi mesi al rallentamento del flusso dei prestiti delle istituzioni finanziarie monetarie al settore privato non finanziario''. Anche la Bce, nel proprio bollettino mensile, conferma la stretta creditizia ''dovuta all'acuirsi delle tensioni finanziarie'' globaliAttenzione ad aiuti di Stato. ''I provvedimenti straordinari decisi sinora'' per fronteggiare la crisi ''comportano oneri considerevoli per le finanze pubbliche in numerosi Paesi dell'are dell'euro. Se non saranno riassorbiti a tempo debito, peseranno in modo particolarmente negativo sulle nuove generazioni e su quelle future''. E' il monito ai governi di Eurolandia contenuto nel bollettino mensile della Bce, che sottolinea come sia ''indispensabile ristabilire un impegno credibile a favore degli obiettivi di bilancio a medio termine''Inflazione ancora giù. Nei prossimi mesi l'inflazione ''si dovrebbe ridurre ulteriormente e a meta' anno si potrebbe collocare su livelli molto bassi'', per poi ''riprendere ad aumentare nella seconda meta' dell'anno''. E' quanto si legge sul bollettino della Bce, secondo il quale l'ulteriore flessione dei prezzi sara' collegata ''principalmente agli effetti base connessi ai passati andamenti dei prezzi dei beni energetici''. L'istituto di Francoforte non intende pero' abbassare la guardia sull'inflazione e sottolinea che ''i rischi per la stabilita' dei prezzi sono sostanzialmente bilanciati''. Perche' se da un lato premono al ribasso possibili ''riduzioni inattese'' dei valori delle materie prime, dall'altro e' sempre possibile ''un'inversione di tendenza'' di tali prezzi. Nel complesso, ribadisce la Bce, ''il livello di incertezza resta eccezionalmente elevato'', sia sul fronte dei prezzi che su quello dello scenario economico futuro. ''I rischi per la crescita, che nel complesso restano chiaramente orientati al ribasso, sono connessi principalmente alla possibilita' di un piu' forte impatto delle turbolenze finanziarie sull'economia reale, a nuove spinte protezionistiche e ad una correzione disordinata degli squilibri mondiali''. Dal lato dei consumatori, la Bce ''si attende che il calo dei prezzi delle materie prime sostenga il reddito disponibile reale nel prossimo periodo'', mentre Eurolandia ''dovrebbe beneficiare appieno degli effetti delle misure di politica monetaria annunciate nelle ultime settimane''. Crollano gli ordinativi. Continua la flessione degli ordini per l'industria in Europa a novembre, anche se in lieve ripresa rispetto a ottobre 2008. Nell'Ue-15 il calo è stato del 4,5%, mentre nell'Ue a Ventisette l'indice ha segnato una flessione del 3,9% rispetto a ottobre 2008. Lo rileva Eurostat, l'ufficio europeo di statistica, ricordando che gli ordini industriali avevano segnato, a ottobre, un calo del 5,7%  nella zona euro e del 6,6% nell'Ue-27.   L'Italia ha segnato, a novembre, un calo del 5.6%, rispetto al -6,7% del mese precedente. Su base annua gli ordini industriali sono scesi del 26,2% in eurolandia e del 25,4% nell'Ue. Per l'Italia il calo è stato del 27,2%.
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