mercoledì 15 gennaio 2020
Previste anche 67 uscite volontarie. Il nuovo personale sarà specializzato in una particolare asset class, farà parte del piano dell'istituto per rafforzarsi nei crediti secured
Punta a 147 milioni di utile e 190 assunzioni
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Un utile netto a 147 milioni di euro per migliorare ulteriormente tanto la solidità patrimoniale quanto sostenere la crescita. Parte da questo il nuovo piano di Banca Ifis al 2022, il primo dell'ad Luciano Colombini, che punta a garantire anche il pagamento di un consistente dividendo (sopra l'asticella di 1,05 euro) agli azionisti con un payout ratio del 40%-45% che, ai prezzi attuali di Borsa, corrisponde a un rendimento di oltre il 7%. Prevista poi nel triennio una profittabilità di tutte le business unit, con un vantaggio competitivo maggiore negli Npl e nel Factoring, e una crescita totale dei ricavi a 602 milioni di
euro. A guidare questo incremento acquisti per 8,5 miliardi di euro (valore nominale) di crediti non performing e un incremento dei volumi per un miliardo di crediti verso la clientela nel segmento Commercial e Corporate Banking per effetto dell'innovazione digitale, del nuovo modello di copertura del mercato e della rinnovata strategia di comunicazione e marketing. Nel piano sono inoltre previste 190 nuove assunzioni, a fronte di 67 uscite volontarie, con una spesa di circa 15,7 milioni. E proprio l'assunzione di nuovo personale - ma specializzato in una particolare asset class - farà parte del piano dell'istituto per rafforzarsi nei crediti secured. Acquisire un team specializzato nel settore rappresenta «una scelta forse più economica e altrettanto performante» rispetto all'acquisizione di un servicer che eccelle nella stessa asset class.

«Sugli Npl la strategia nel medio termine - spiega Colombini - si baserà sull'acquisizione di portafogli di crediti unsecured, partecipando attivamente a tutti i processi di vendita sul mercato, sull'estensione al segmento secured e corporate delle caratteristiche dei portafogli deteriorati oggetto di acquisizione e sul rendere sempre più efficiente il processo di recupero dei crediti in sofferenza». Mentre per quanto riguarda le acquisizioni l'ad sgombra il campo da possibile operazioni. «Ora non abbiamo particolari obiettivi né di acquisto né di vendita di rami business», dice agli analisti. Dopo che sono saltate le trattative con il Credito Fondiario (ex Fonspa), con cui «siamo rimasti in ottimi rapporti», «l'unica cosa che potremmo guardare
è un servicer nel mondo secured», aggiunge il manager sottolineando che «un'alternativa valida però è quella di acquistare un team specializzato su questo asset class che è più economico e più performante».

Linee strategiche che hanno il pieno supporto dell'azionista di riferimento La Scogliera che «non intende cedere» la propria partecipazione (50,4%) e che considera la banca «il migliore investimento possibile», sottolinea Ernesto Furstenberg Fassio, ad della holding e vice presidente dell'istituto.

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