Nel 2015 ha contenuto le sofferenze nette allo 0,65%, mentre il sistema bancario nel suo complesso 'soffriva' del 4,94%, cioè quasi otto volte di più. In un momento in cui i crediti in sofferenza delle banche italiane sono al centro del dibattito anche politico, è uno dei dati che più colpiscono del progetto di bilancio per il 2015 approvato dal Cda di Banca Popolare Etica, che sarà votato dai soci nell’assemblea del 21 maggio. E conferma il fatto che l’istituto di credito nato nel 1999 si è mantenuto, anche nel 2015, su un sentiero di crescita, continuando a interpretare la propria attività secondo i principi e criteri della finanza eticamente orientata: dare credito a realtà e progetti che attraverso processi produttivi sostenibili producono impatto positivo in senso economico ma anche sociale e ambientale, buona occupazione, inserimento lavorativo, lo sviluppo di servizi sociali e sanitari, la promozione della cultura e sport. «È stato un anno di cambiamenti importanti per Banca Etica – commenta il presidente, Ugo Biggeri –. Ci stiamo attrezzando per far crescere il gruppo e la finanza etica rispondendo alle sfide di scenari economici e di disintermediazione creditizia del mercato». Il 2015, che ha visto crescere i collaboratori di 269 unità (+7%), si è chiuso con un utile netto di 750mila euro. I prestiti di Banca Etica a famiglie, imprese e organizzazioni non profit hanno segnato una crescita del 9% rispetto al 2014, per un totale di circa 865 milioni di euro di finanziamenti accordati. I prestiti personali, in particolare, hanno toccato i 7,3 milioni di euro (+ 26,5%, rispetto a una crescita media del sistema del 15%). I clienti, in Italia e Spagna (dove Banca Etica ha una filiale, a Bilbao), hanno superato quota 45mila (+ 13%), portando la raccolta complessiva a un miliardo e 70 milioni di euro (+9%). Rafforzate anche la solidità patrimoniale (coefficiente Common equity Tier 1 all’11,32% a fine 2015) e la partecipazione al capitale sociale (54 milioni di euro, +9%). © RIPRODUZIONE RISERVATA