mercoledì 11 dicembre 2013
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L'asta Bot fa il pieno e il Btp decennale torna a sfiorare il 4%: la frenata dei rendimenti sul debito pubblico, se i tassi restassero sui livelli attuali, promette per il 2014 un risparmio teorico di 17 miliardi di euro su una spesa per interessi di 90 miliardi l'anno che vale - dice il premier Enrico Letta - "quanto una decina di leggi di Stabilità". Dopo aver segnato un minimo storico il mese scorso, sull'onda del taglio dei tassi Bce, il rendimento del Bot a 12 mesi oggi in asta è salito leggermente, scontando il nulla di fatto al Consiglio della Banca centrale della scorsa settimana. Il tasso segnato è dello 0,707% dallo 0,688% di novembre e l'importo, collocato integralmente, di 5,5 miliardi: l'ammontare più basso offerto dal Tesoro dal novembre 2011, quando i rendimenti avevano preso la volata e il 12 mesi era arrivato a pagare qualcosa come il 6,087%. Segno che il fabbisogno di finanziamento per il 2013 è ormai quasi raggiunto, come testimoniano anche la decisione di ridurre al 10% dell'ammontare totale la riapertura riservata alle banche specialiste e le varie cancellazioni di titoli che erano previsti in asta in questo scorcio di fine d'anno.L'urgenza nel raggiungere gli obbiettivi delle emissioni è dunque passata, come riflette anche lo spread, che viaggia vicino ai 220 punti base, sui minimi dall'estate rovente del 2011. Ma la tendenza riguarda un po' tutti i Paesi 'periferici' europei, come la Spagna, che paga ora uno spread inferiore a quello dell'Italia (ai minimi da giugno di due anni fa), con un tasso sul decennale sceso sotto il 4% per la prima volta dal mese scorso e sul 5% piombato al 2,529%, minimo dal 2005. Un calo dei tassi che, per l'Italia, significa un importante risparmio per la spesa in interessi sul debito pubblico. Il risparmio teorico - che si verificherebbe se il trend fosse confermato nel corso del 2014 e quindi se i tassi non risalissero - è quantificabile in oltre 17 miliardi, che si raggiungono raffrontando il tasso medio sul debito italiano del 3,02% di novembre 2013 al 3,9% di novembre 2012 e applicando, in un'approssimazione accettabile, tale tasso al maxi-stock (oltre 2mila miliardi) di debito pubblico italiano. Il governo ne è ben consapevole e non a caso oggi Letta difende la strategia tesa a ridurre il debito. Intanto sui mercati prosegue la correzione delle borse, con Milano di gran lunga peggiore d'Europa a -1,44%, seguita da Madrid (-0,84%) e a distanza Francoforte (-0,41%). Pesano i timori di tempi ravvicinati per il tapering (la riduzione del piano di stimoli monetari) della Federal Reserve, che però non impediscono all'euro di volare fino a 1,38 dollari, sui massimi da ottobre, e a141,75 sullo yen, massimo dal 2008.
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