martedì 15 ottobre 2019
Tutele rafforzate, incentivi all'assunzione a tempo indeterminato, un diritto mirato alla formazione e più welfare per i lavoratori somministrati
Firmato il nuovo contratto
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Tutele rafforzate, incentivi all'assunzione a tempo indeterminato, un diritto mirato alla formazione e più welfare per i lavoratori somministrati sono il centro del nuovo contratto collettivo firmato da Assolavoro, Associazione nazionale delle Agenzie per il lavoro (Apl), con Cgil, Cisl e Uil e i sindacati di categoria Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp. Il nuovo Ccnl, che segue l'intesa del 21 dicembre 2018 - convalidato dalle successive assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori somministrati, svolte su tutto il territorio nazionale, con oltre il 98% dei consensi - introduce un regime transitorio per i rinnovi dei contratti a termine, che scongiura la fuoriuscita di oltre 50mila persone dal lavoro in somministrazione a seguito del decreto Dignità. Sono 800mila, in un anno, le persone con un contratto di lavoro in somministrazione, secondo i dati 2018 di Assolavoro, e hanno diritto, per legge, a retribuzioni non inferiori ai dipendenti diretti dell'azienda presso cui prestano attività, oltre alle prestazioni aggiuntive rafforzate nel Ccnl. Tra questi lavoratori, 78mila sono dipendenti a tempo indeterminato delle Apl e 50mila vengono poi assunti direttamente dalle aziende.

«Il contratto qualifica ulteriormente la somministrazione di lavoro come forma di flessibilità capace di soddisfare le esigenze delle imprese implementando al contempo le tutele e l'employability delle
persone, mediante la formazione finalizzata alle reali esigenze del mercato del lavoro, e rafforzando ulteriormente il già avanzato sistema di welfare presente nel settore sin dalla sua nascita (1997). Il nuovo Ccnl rappresenta un ulteriore tassello di un percorso di relazioni sindacali teso a rafforzare concretamente il ruolo delle parti sociali, attraverso la ricerca di soluzioni capaci di coniugare al meglio le esigenze di flessibilità delle imprese con quelle di continuità di lavoro, di reddito e di prospettiva per chi lavora», fa sapere Assolavoro.

Il nuovo contratto, in vigore sino al 31 dicembre 2021, rafforza, tra le altre cose, il principio della parità di trattamento, in particolare in caso di infortunio e maternità, l'istituto della clausola sociale negli appalti pubblici, aumenta l'indennità di disponibilità per i tempi indeterminati, introduce l'istituto delle ferie solidali e diritti in caso di lavoro stagionale in somministrazione e amplia e aggiorna le prestazioni previste dal welfare di settore. Inoltre, prevede misure innovative finalizzate a potenziare i contratti a tempo indeterminato nonché la continuità occupazionale per una consistente parte di lavoratori con contratti a termine attraverso l’introduzione di una politica attiva di settore: alla fine della missione, infatti, il lavoratore potrà attivare il “diritto mirato a percorsi di qualificazione e riqualificazione professionale”, ossia scegliere una formazione professionale, che gli permetterà di acquisire le competenze necessarie per poter essere ricollocato nel mondo del lavoro. Una politica attiva che si aggiunge al sostegno al reddito erogato dal Fondo di Solidarietà di settore, un assegno aggiuntivo alla Naspi che, con il nuovo contratto, viene riformato nella platea dei potenziali beneficiari e nell’importo, passando da 750 a 1.000 euro una tantum.

Risultano, inoltre, rafforzati i diritti sindacali dei lavoratori durante la missione presso un utilizzatore sia per lo svolgimento delle assemblee sia per l'elezione di propri rappresentanti. Un rilevante protagonismo è stato riconosciuto alla contrattazione decentrata demandando a livello territoriale la titolarità di accordi volti a favorire stabilizzazioni e la continuità occupazionale.

«La contrattazione - spiegano i segretari generali di Felsa, Nidil, Uiltemp, Mattia Pirulli, Andrea Borghesi, Lucia Grossi - è lo strumento per tradurre i bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici che ogni giorno rappresentiamo. Il nuovo Ccnl ci permette di affrontare anche le criticità e il turn over conseguenti all’entrata in vigore del decreto Dignità e dare risposte ai lavoratori nei periodi di lavoro ed anche in quelli di non lavoro, che costituiscono il momento di maggior bisogno».

«La firma di oggi - concludono i segretari confederali, Luigi Sbarra (Cisl), Tania Scacchetti (Cgil), Tiziana Bocchi (Uil) - è l’epilogo positivo di un percorso di partecipazione che ha visto l’accordo di rinnovo raggiunto a dicembre con le associazioni datoriali, votato quasi all’unanimità dai lavoratori e dalle lavoratrici nelle assemblee tenutesi nei territori e nelle aziende. Questo significa che le federazioni firmatarie sono state in grado di rafforzare il percorso per costruire rappresentanza in un settore storicamente di difficile accesso a causa della frammentarietà dei rapporti di lavoro. La firma apre una stagione in cui le organizzazioni sindacali di settore saranno chiamate a verificare la esigibilità di norme contrattuali impegnative e innovative sia sul versante delle tutele sia su quello delle politiche attive; lo sforzo che si mette in campo è quello di offrire, pur in un contesto di lavoro flessibile e discontinuo, un sistema di diritti attraverso la contrattazione collettiva».

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