giovedì 16 aprile 2015
Terzo posto per Tommaso Bressa e Iva Mladenovic dell'Università Bocconi (nella foto). Primo premio alla squadra belga, seguita dalla formazione filippina.
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Il team belga The Sharp Shepards composto da Jérémy Denisty, 23 anni, e Marine Van Halle, 20 anni, studenti dell’Université Catholique de Louvain, vince l’ottava edizione di Henkel Innovation Challenge. Tra le 23 squadre che hanno partecipato alla finale internazionale in rappresentanza di 28 Paesi, si è distinto anche il team italiano, che ha conquistato il terzo posto assoluto.La squadra belga ha convinto la giuria composta da manager Henkel con Persil Energy Patch, il progetto di una rivoluzionaria tecnologia pulente che, oltre a migliorare l’azione e la luminosità del detersivo Persil, è in grado di convertire l’energia prodotta dai movimenti del corpo in corrente elettrica. Ai vincitori è stato consegnato un biglietto per un viaggio intorno al mondo del valore di 10mila euro e, insieme ai secondi e terzi classificati, avranno l'opportunità di incontrare di persona il Ceo di Henkel, Kasper Rorsted. Il secondo posto è andato alla squadra Darmalite, composta da Marco del Valle e Christine Darla Bautista dell'Università delle Filippine con il progetto Buchstrahl, un rivestimento concepito per proteggere le superfici, neutralizzare le sostanze inquinanti e sfruttare al contempo l'energia solare. Il team italiano composto da Tommaso Bressa e Iva Mladenovic dell'Università Bocconi è salito sul podio grazie al progetto CyanoFix, un’innovativa applicazione in campo medico della tecnologia del ciano acrilato. L'obiettivo del progetto è quello di utilizzare gli adesivi per aumentare l'efficacia delle operazioni chirurgiche e curare patologie tipiche del mondo occidentale come quelle del sistema cardiovascolare."Ci siamo concentrati sull’ambito medico, in particolare sulla chirurgia, perché è un settore ad alto tasso di innovazione e lo sarà sempre più in futuro, non solo con la sperimentazione di nuove terapie e tecniche, ma anche con lo sviluppo di strumenti per migliorare le soluzioni già esistenti. Abbiamo studiato cosa potrebbe accadere da qui al 2050, immaginando un adesivo intelligente da iniettare direttamente nella circolazione sanguigna del paziente e attivare per riparare lesioni interne, come nel caso di emorragie cerebrali", hanno commentato i due studenti dell’Università Bocconi a margine della premiazione.
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