sabato 10 febbraio 2024
Lo stabilimento di Anagni, ex Catalent, passa alla danese Novo Nordisk per diventare un polo produttivo di farmaci antiobesità e per il diabete. Centrale l'eccellenza "Made in Italy"
I farmaci anti-obesità si faranno anche ad Anagni

ANSA

COMMENTA E CONDIVIDI

Nel periodo più acuto dell’emergenza Covid 19 dallo stabilimento Catalent di Anagni uscivano circa 24mila fiale ogni ora, era uno degli hub più grandi del mondo nella produzione di vaccini. Adesso la fabbrica ciociara si appresta a tagliare anche il record nella produzione di farmaci antiobesità e per il diabete, specializzazione ora in capo alla danese Novo Nordisk.

Nei giorni scorsi Novo Nordisk ha annunciato l’acquisto di tre stabilimenti per specializzarli nel riempimento sterile e nella finitura di questi farmaci: uno a Bruxelles, l’altro a Bloomington, nello Stato americano dell’Indiana, e per l’appunto Anagni. Con un pagamento anticipato pari a 11 miliardi di dollari, Novo Nordisk acquisirà i tre siti dalla sua controllante Novo Holdings. Quest’ultima comprerà infatti l’intera Catalent per 16,5 miliardi di dollari in contanti, con la chiusura della fusione prevista verso fine 2024. Dei cinquanta stabilimenti Catalent in tutto il mondo, quindi, questi tre passeranno a Novo Nordisk, una volta esperite anche altre condizioni normative, come l’approvazione da parte degli azionisti Catalent e delle autorità di regolamentazione. Fino al perfezionamento dell’acquisizione, Catalent continuerà a operare in modo indipendente e separato sia da Novo Holdings che da Novo Nordisk. Al termine della fusione, le azioni di Catalent non saranno più quotate alla Borsa di New York.

​Da Squibb a Catalent

Impiantata dalla Squibb nel1966, nel boom dell’industrializzazione del Frusinate grazie anche alla costruzione dell’autostrada del sole che scorre proprio accanto alla fabbrica, nel 2020 la fabbrica venne ceduta dalla Bristol Myers-Squibb agli americani di Catalent, con i suoi capannoni di 20mila metri quadrati, su 34 ettari di terreno, 800 dipendenti e linee di produzione e confezionamento di medicinali cardiovascolari, antitumorali, metabolici, antinfiammatori, antibiotici non a base di penicillina, antivirali, analgesici iniettabili e biologici.

E ora sarà proprio Anagni ad avere un ruolo centrale nella nuova galassia dell’azienda danese, sempre più un colosso mondiale della farmaceutica, già numero uno in Europa, e con una notevole solidità economico-finanziaria. Basti pensare che nel settembre scorso la Novo Nordisk è divenuta la società con la più alta capitalizzazione in Europa (424,7 miliardi di dollari) scalzando anche la francese Lvmh. E il merito di questa solidità va soprattutto a Wegovy e Ozempic, farmaci antiobesità e antidiabetici a effetto dimagrante, che – insieme ad uno stile di vita sano - hanno mostrato di ridurre il peso corporeo del 15%.

​Qualità Made in Italy

Il sito produttivo italiano, anche rispetto a quelli belga e statunitense, ha dalla sua anche un elevato e comprovato livello di qualità nel riempimento di fiale e siringhe per liquidi asettici, potendo così offrire una sorta di “servizio completo” nel riempimento e nella finitura del prodotto, assemblaggio e imballaggio, con quest’ultimo tassello che prevede sia capacità di blister che di imbottigliamento, cui si aggiungono stoccaggio e sterilizzazione automatizzate, così da poter rifornire il cliente in ogni parte del mondo al massimo in 48 ore.

A margine di questa operazione Alessandro Maselli, presidente e amministratore delegato di Catalent, ha dichiarato tra l’altro: «Non vediamo l'ora di beneficiare delle significative risorse di Novo Holdings per accelerare gli investimenti nella nostra azienda e potenziare le offerte chiave continuando a offrire soluzioni premium di sviluppo e produzione per clienti farmaceutici e biotecnologici».

E qui va aperta un’ultima parentesi: in realtà già ad inizio del 2022 Catalent annunciò investimenti per ben 100 milioni di dollari sullo stabilimento laziale, con tanto di otto nuovi bioreattori e ulteriori 100-200 assunzioni; un piano poi saltato per i ritardi nella concessione di alcuni permessi, sia da parte ministeriale che regionale, e con gli investimenti dirottati su uno stabilimento inglese.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI