mercoledì 24 gennaio 2018
Sono oltre 5.500, su quasi 15mila iscritti, i candidati selezionati per i colloqui che si svolgeranno alla due giorni di Cagliari. Poletti: nessun lavoro vale meno di un altro
Al via il Sardinian Job Day
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Sono oltre 5.500, su quasi 15mila iscritti, i candidati selezionati per i colloqui che si svolgeranno al Sardinian Job Day, manifestazione della Regione Autonoma della Sardegna dedicata alle politiche attive per il lavoro, che ha preso il via oggi alla Fiera della Sardegna, a Cagliari. Due giorni di seminari, convegni e approfondimenti con 175 aziende di tutti i settori economici, primo tra tutti il turismo, che svolgeranno con l'aiuto di operatori qualificati i colloqui per un totale di oltre 3.200 posizioni aperte. Per i colloqui del primo giorno sono oltre 2.900 i curriculum scelti, nella seconda giornata saranno invece 2.400 i candidati in fila per le selezioni, mentre sono 144 i candidati per i colloqui di lavoro all'estero.

Al Sardinian Job Day partecipano anche 11 servizi per l'impiego pubblici di nove Paesi europei (Germania, Spagna, Francia, Belgio, Polonia, Slovenia, Portogallo, Romania, Finlandia). E la manifestazione è anche l'occasione per la firma di un protocollo di intesa tra il direttore generale dell'Aspal Massimo Temussi e il responsabile del Wup, l'ufficio regionale per il lavoro di Cracovia, in Polonia, per un'attività di collaborazione e scambio di metodologie e prassi per migliorare i servizi offerti in entrambi i Paesi.

A inaugurare la manifestazione il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti. «Basta pensare che un lavoro valga meno di un altro. Quando lo chef si chiamava cuoco non era un mestiere così allettante, ora guardate quanto sono ricercati e ammirati gli chef», ha detto stamani il ministro. 1Secondo le vecchie logiche - ha proseguito - il lavoro manuale era quello che valeva di meno, ma per usare le mani ci vuole il cervello, la testa, le competenze». Poletti ha parlato anche dei 50enni senza lavoro e in difficoltà sul mercato dell'occupazione: «Dobbiamo pensare che nessuno è fuori dalle politiche attive del lavoro. I 50enni hanno bisogno di riconvertire e riorientare il loro profilo ma allo stesso tempo avere opportunità e sostegno».



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