venerdì 1 dicembre 2023
Anche in Italia crescono gli investimenti in tecnologie di ultima generazione per digitalizzare, velocizzare e ottimizzare gran parte dei processi di selezione
Enrico Valocchia, amministratore unico di Hume Capital

Enrico Valocchia, amministratore unico di Hume Capital - Archivio

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L’intelligenza artificiale conquista le Apl-Agenzie per il lavoro affiancando e potenziando la figura del recruiter, senza sostituirla però, almeno per il momento. È quanto sta accadendo in Francia, ma anche in altri Paesi d’Europa, Italia tra i primi, dove sempre più Apl stanno investendo in tecnologie di ultima generazione per digitalizzare, velocizzare e ottimizzare gran parte dei processi. «L’obiettivo è semplificare l’ingresso nel mondo del lavoro: un esempio sono quelle piattaforme che analizzano in automatico i cv dei candidati e creano un match con le competenze richieste dalla posizione lavorativa - spiega Enrico Valocchia, amministratore unico di Hume Capital, società specializzata in operazioni M&A verticali nel settore delle Apl -. In pochi secondi il candidato viene inserito nella graduatoria relativa a una certa posizione. In questo modo si rende più efficiente il processo di selezione e la fase dei colloqui. L’ intelligenza artificiale, ovviamente, sfrutta algoritmi capaci di migliorarsi utilizzo dopo utilizzo, aumentando sempre di più l’affidabilità e la qualità degli output». Il ruolo del recruiter rimane comunque centrale nella fase successiva alla scelta del candidato. Anche in quest’ultimo campo, tuttavia, si stanno facendo dei test: «Nuove soluzioni potranno offrire l’opportunità ai candidati di messaggiare con un bot che offre informazioni riguardo le fasi successive del recruitment o addirittura essere intervistati dall’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale può rivelarsi fondamentale anche nella fase di onboarding, cioè quando il candidato viene assunto e inizia l’esperienza in azienda, attraverso la gestione automatica di moduli, pratiche aziendali e delle attività formative». È importante sottolineare che l’intelligenza artificiale analizza, con molta più velocità rispetto a una persona, una grande quantità di profili e può dare supporto al recruiter indicando quali competenze o aspetti del candidato sono da approfondire in fase di colloquio. In questo settore sarà fondamentale puntare su questa tecnologia per interpretare dati e risposte, mentre la persona fisica si occupa di contestualizzare e testare gli output dell’intelligenza artificiale. Fa piacere sapere che l’Italia, in questo contesto, sia al passo con i tempi: «Recentemente abbiamo venduto diverse Apl che hanno fin da subito investito nelle nuove tecnologie per digitalizzare gran parte dei processi. Il prossimo obiettivo sarà quello di rendere ancora più efficienti tutte le attività che caratterizzano una società di somministrazione, implementando programmi basati sull’intelligenza artificiale». Quanto alla previsione d’evoluzione del settore dell’Risorse umane Tech, si prospetta una tendenza crescente di investimenti in intelligenza artificiale. «Le tecnologie AI si integrano perfettamente con i servizi offerti dalle Apl, non solo velocizzandone l’operatività, ma alzando la qualità dei loro servizi al passo con lo sviluppo di questa tecnologia. Le parole d’ordine sono semplicità ed efficienza», conclude Valocchia.

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