martedì 5 settembre 2017
Il lavoro autonomo è diventato il più sicuro. I dati evidenziano una rivoluzione silenziosa: un quarto delle aziende rosa è nato negli ultimi sette anni e il 12% è guidato da under 35
Adesso a «fare impresa» ci pensano le giovani
COMMENTA E CONDIVIDI

Quando si dice fare di necessità virtù. A fronte di un mercato del lavoro che spinge i giovani e le donne nell’angolino - gli ultimi dati Istat pubblicati qualche giorno fa fotografano un tasso di disoccupazione giovanile pari al 35,5% e un livello di occupazione femminile pari al 48,5% non resta altro che rimboccarsi le maniche e mettersi in proprio. Si spiega così la crescita esponenziale dell’imprenditoria rosa in Italia.

Anche in settori tradizionalmente maschili. E se il posto fisso è ormai un miraggio piuttosto che dover affrontare la trafila infinita di contratti flessibili e precari molte giovani donne decidono che è più sicuro 'costruirsi' il lavoro per i fatti propri. Le imprese guidate dalle donne sono due volte giovani: per data di avvio dell’attività e per incidenza di imprenditrici under 35. Infatti, quattro imprese femminili su dieci sono state create dal 2010 ad oggi (tra gli uomini, solo tre su dieci hanno meno di sette anni). Inoltre, le 162mila attività guidate da imprenditrici under 35 sono più del 12% del totale delle aziende a trazione femminile (1.325.438), mentre, tra gli uomini, sono l’8,5%. Sono alcune delle curiosità che emergono dalla lettura dei dati sulle imprese femminili al 30 giugno 2017, elaborati dall’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere-InfoCamere.

Le 554mila imprese femminili nate negli ultimi sette anni stanno lentamente modificando la mappa settoriale e geografica del fare impresa in rosa. Alcuni settori in cui la presenza femminile è sempre stata piuttosto consistente sono diventati meno appetibili. É il caso dell’agricoltura, in cui si concentra il 16,3% della presenza femminile ma che rappresenta meno dell’11% delle imprese guidate da donne nate dopo il 2010. Si è andata invece rafforzando la componente imprenditoriale delle donne nel turismo e nel commercio, con oltre 64mila imprese nell’alloggio e nella ristorazione, 26mila nel noleggio e nelle agenzie di viaggio e 155mila nel commercio. Queste, complessivamente, rappresentano quasi il 45% delle imprese femminili create dal 2010.

Tra le imprenditrici 'matricole' aumenta poi l’inclinazione a cimentarsi in alcuni settori dei servizi tipicamente maschili: oltre 13mila le nuove imprese femminili nelle attività finanziarie e assicurative, piùdi 18mila nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, poco meno di 11mila nei servizi di informazione e di comunicazione. Lombardia, Lazio e Campania sono le regioni più 'accoglienti' per le imprese femminili vecchie e nuove. Analizzando, invece, l’incidenza delle attività più recenti sul totale di quelle guidate da donne, emerge il crescente dinamismo delle neoimprenditrici pugliesi (che rappresentano il 44,3% della imprese femminili registrate a livello regionale), delle laziali (43,8%) e delle toscane (43,2%).

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: