Si vendono sempre meno auto: ecco perchè è un incubo per 170mila italiani

In calo del 6% il fatturato delle aziende della filiera (2.134) della componentistica. Occupazione e a rischio: il 38% ha già fatto ricorso agli ammortizzatori sociali
October 17, 2025
Si vendono sempre meno auto: ecco perchè è un incubo per 170mila italiani
La realtà di fatto che nel nostro Paese si vendano sempre meno automobili può confortare chi non le ama, ma risulta un incubo per quasi 170mila italiani e le loro famiglie. Tanti sono infatti coloro che lavorano nella filiera direttamente collegata alla produzione di autoveicoli, cioè nelle 2.134 imprese dell’universo della componentistica automotive nazionale che generano un fatturato annuo di circa 55,5 miliardi di euro. Un settore molto radicato soprattutto in  Piemonte, regione che conta 717 imprese e rappresenta il 33,6% del totale, e che oggi vede a rischio la propria tenuta occupazionale.
Purtroppo i dati relativi alla nuova edizione dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana e sui servizi per la mobilità, indagine realizzata ogni anno dalla Camera di commercio di Torino e da ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), certificano che,  dopo tre anni di segno positivo, si è fermata la crescita del fatturato di queste imprese, che risulta anzi in calo del 6% a livello italiano. Inoltre, solo nel primo semestre del 2025, già il 38% delle aziende indagate è dovuta ricorrere ad ammortizzatori sociali, con ampio utilizzo di CIGO (cassa integrazione ordinaria) per il 27% delle imprese.
Questo studio, sempre molto atteso e che mette in luce prospettive e difficoltà di un settore ancora fortemente strategico per l’Italia, rivela – come era scontato aspettarsi - che nel 2024 la filiera automotive ha affrontato un anno difficile, segnato da una produzione di autoveicoli ai minimi storici in Italia e dalla difficolta della transizione verso la mobilità elettrica, con evidenti ripercussioni sul fatturato. Altro elemento che non aiuta è la dipendenza più o meno marcata di molte aziende (il 68,6%) da Stellantis, Gruppo che non sta vivendo una stagione positiva.
Il dato più significativo riguarda la quota delle imprese che hanno dichiarato una contrazione del giro d’affari: il 62% rispetto al 36% del 2023. Tra le categorie di fornitori, solo gli specialisti dell’aftermarket hanno registrato un saldo positivo tra dichiarazioni di aumento e di riduzione del fatturato (+14%), confermandosi come il settore meno condizionato dal contesto di cambiamento, trovandosi ad operare prevalentemente per il parco veicolare già circolante.
 “Dobbiamo riprenderci la leadership europea nell'ambito della transizione energetica e, per farlo, quest’ultima deve cambiare percorso – commenta Marco Stella, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA -. La formula attuale, che segue un approccio mono-tecnologico centrato sull’elettrico sta danneggiando i componentisti europei, i cui prodotti coprono all’incirca il 60% del contenuto tecnologico dei veicoli termici prodotti in UE, ma solo il 40% circa quando si tratta di veicoli elettrici. Auspichiamo, quindi, che la revisione in corso del regolamento UE sui target di riduzione delle emissioni di CO2 degli autoveicoli leggeri vada nella direzione di un approccio tecnologicamente neutrale, che valorizzi il contributo dei carbon neutral fuels - soluzioni tecnologiche innovative già disponibili in grado di salvaguardare competenze industriali e posti di lavoro – al raggiungimento degli obiettivi. Riteniamo, inoltre, che debba essere accompagnata da adeguate e proporzionate misure di protezione della manifattura europea, anche a salvaguardia del valore aggiunto generato dalla produzione continentale di auto, sistemi e componenti”.
Se i dati del 2024 evidenziano la fase critica della filiera, anche le attese per fine 2025 delineano un quadro fortemente segnato dal pessimismo. Chiamate a esprimere le loro previsioni nel breve termine, l’insieme delle imprese italiane si mostrano fortemente pessimiste, con prospettive peggiori rispetto a quelle del 2024.

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