giovedì 1 agosto 2013
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​L'attività del settore manifatturiero italiano è tornata ad espandersi nel mese di luglio per la prima volta dopo due anni, grazie alla risalita della produzione e dei nuovi ordini. È quanto mette in evidenza l'indice Pmi elaborato da Markit sulla base di un'indagine congiunturale tra i direttori acquisto di categoria.Il dato si aggiunge aggiunge ai recenti segnali di risveglio dell'economia italiana, alle prese con la recessione più prolungata dal dopoguerra ma che potrebbe a questo punto tornare a rivedere il segno più nell'ultima parte dell'anno.A luglio l'indice Markit/ADACI è salito a 50,4 da 49,1 di giugno, battendo le attese che si fermavano a 49,8, riportandosi per la prima volta da luglio 2011 sopra la soglia dei 50 punti, spartiacque tra crescita e contrazione, e toccando il massimo da maggio dello stesso anno, che segnò l'ingresso dell'Italia nel vortice della crisi del debito.Il miglioramento della congiuntura emerge dai numeri relativi al manifatturiero dell'intera zona euro. L'indice Pmi della regione ha infatti mostrato una lettura finale di 50,3, due decimi oltre alla stima flash e di un punto e mezzo al di sopra dei livelli di giugno. Anche in questo caso si tratta del miglior risultato degli ultimi due anni.Insieme alla manifattura italiana, è tornata a crescere quella tedesca. Il comparto francese ha segnato una piccola contrazione, appena superiore alla lettura flash, mentre il manifatturiero spagnolo, tornata a crescere dopo oltre due anni a giugno, ha segnato una frazionale battuta d'arresto.DATO PRELUDIO A POSSIBILE RITORNO A CRESCITA PER FINE ANNOTornando alla manifattura italiana, risultano in salita per la prima volta da oltre due anni i nuovi ordini, in particolare a detta delle imprese quelli provenienti dall'estero, così come gli introiti degli ordini inizialmente rimandati. I livelli di produzione hanno mostrato una crescita per il secondo mese consecutivo, con il sottoindice dell'output in salita al massimo in oltre due anni. Il livello dell'occupazione continua invece a calare, sebbene al ritmo meno intenso da febbraio 2012. Il dato sembra collimare con le aspettative del governo di un ritorno alla crescita dell'economia, in recessione dal terzo trimestre 2011, nell'ultima parte dei quest'anno, che comunque si chiuderà con una flessione tendenziale del Pil intorno a 2%, secondo l'ultimo bollettino di Bankitalia."A questi livelli, il Pmi manifatturiero indica la fine della recessione del settore industriale all'inizio del terzo trimestre, e questo è di buon auspicio per le nostre attese di una stabilizzazione economica nel terzo trimestre", scrive in una nota l'economista UniCredit Loredana Federico. "Inoltre, il messaggio in arrivo dal perdurante miglioramento nei nuovi ordini sull'export e complessivi è pienamente compatibile con la nostra idea che il crescente supporto dalla domanda estera e un allentamento della caduta di consumi interni e investimenti permetteranno all'Italia di tornare a crescere prima della fine dell'anno", prosegue Federico.I numeri del Pmi si aggiungono ai recenti segnali di timido risveglio del settore manifatturiero italiano, che vale il 19% del prodotto interno lordo del Paese. Lunedì l'indice di fiducia delle imprese di settore, elaborato da Istat, ha mostrato una risalita ai massimi dal novembre 2011. Sempre Istat ha registrato a maggio un ritorno alla crescita della produzione industriale, seppure di un flebile +0,1% su base mensile, mentre il Centro Studi di Confindustria stima per luglio un aumento dello 0,2% dopo il +0,4% indicato per giugno, e reputa probabile un'inversione di tendenza nella dinamica dell'attivtà industriale nel corso dell'estate.
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