lunedì 5 dicembre 2022
Il Garante della privacy ha multato il social network che andava di moda nel 2021 per numerose violazioni delle regole sul trattamento dei dati degli utenti
Due schermate di Homes, il nuovo servizio di Clubhouse

Due schermate di Homes, il nuovo servizio di Clubhouse - Clubhouse

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Molti si sono già dimenticati di Clubhouse. Il social network delle conversazioni aveva vissuto la sua fiammata di successo all’inizio del 2021, nei primi mesi della pandemia. Nelle bolle dei social network per qualche settimana tutti si affollavano ad ascoltare e a partecipare alle conversazioni vocali sull’app creata dall’ex manager di criptovalute Paul Davison, che è stata per un paio di mesi il social network con la più forte crescita nella storia.

Dopo avere raggiunto un record di oltre 28,2 milioni di utenti attivi nel febbraio del 2021, l’app è rapidamente passata di moda. Nella classifica delle app di notizie più scaricate d’Italia sull’Apple store è solo 52esima, tra un'app per leggere il telext e un aggregatore dei siti dei quotidiani. Le ricerche di Clubhouse su Google nel frattempo sono scivolate sotto l’1% dei massimi raggiunti a febbraio 2021. Pochi giorni fa il social network, che in due anni è riuscito a raccogliere 310 milioni di dollari, ha lanciato la nuova funzione Houses, stanze ristrette per conversazioni su pochi amici. Cerca una nuova vita, sapendo che è impossibile ritrovare l’incredibile popolarità ormai peduta.

Non si sono però scordati di Clubhouse negli uffici del Garante per la protezione dei dati personali, che il 5 febbraio del 2021 avevano avviato un’istruttoria su Alpha Exploration Co. Inc., la società americana che controlla il social network. Studiando il funzionamento di Clubhouse, che nel 2021 al massimo della popolarità contava circa 90mila utenti in Italia, il Garante ha trovato numerose falle nella protezione dei dati degli utenti. L’elenco è lungo: «Scarsa trasparenza sull’uso dei dati degli utenti e dei loro “amici”; possibilità per gli utenti di memorizzare e condividere gli audio senza consenso delle persone registrate; profilazione e condivisione delle informazioni sugli account senza l’individuazione di una corretta base giuridica; tempi indefiniti di conservazione delle registrazioni effettuate dal social per contrastare eventuali abusi».

Per queste ragioni il Garante della privacy ha multato Alpha Exploration con una sanzione di 2 milioni di euro. L’azienda dovrà ora adeguarsi alle regole: non potrà utilizzare le informazioni raccolte per fini di marketing, dovrà chiarire agli utenti che fine faranno i loro dati e nominare il rappresentanti designato per il rispetto della Gdpr.



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