Leone XIV: così l’amato papa Francesco ha insegnato la speranza cristiana

La Messa presieduta da papa Prevost in suffragio del suo predecessore e dei cardinali e vescovi morti nell’ultimo anno. «Anima eletta che ha guidato l’umanità sulla via del Vangelo». La denuncia: siamo scandalizzati dalla morte violenta dei bambini e dei fragili
November 3, 2025
Leone XIV: così l’amato papa Francesco ha insegnato la speranza cristiana
Papa Leone XIV presiede la Messa in suffragio di papa Francesco e dei cardinali e vescovi morti nell'ultimo anno / REUTERS
Lo chiama «l’amato papa Francesco». E ne ricorda la sua ultima eredità: l’Anno Santo che sta volgendo al termine e che si concluderà il prossimo 6 gennaio. Leone XIV presiede la Messa in suffragio dei pastori scomparsi negli ultimi dodici mesi. E il primo nome è quello di Francesco. Il Pontefice morto il 21 aprile. «Anima eletta», lo definisce il suo successore nell’omelia. E spiega: «È deceduto dopo aver aperto la Porta Santa e impartito a Roma e al mondo la benedizione pasquale». Due gesti che sono appunto i più recenti lasciti del Papa argentino, già entrati nella storia della Chiesa e nelle case di tutto il mondo. Leone XIV guida questa mattina all’altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro la liturgia che, com’è tradizione, si svolge all’inizio di novembre, nei giorni che seguono la solennità di Tutti i Santi e la Commemorazione dei defunti. Celebrazione, «per me la prima», tiene a dire papa Leone, che «grazie al Giubileo acquista un sapore caratteristico: il sapore della speranza cristiana». Speranza che è stata «vissuta, testimoniata e insegnata» da papa Bergoglio e dai cardinali e vescovi ricordati durante l’Eucaristia: 8 i porporati scomparsi nell’ultimo anno e 134 i vescovi. «Col loro ministero essi – per usare il linguaggio del Libro di Daniele – hanno “indotto molti alla giustizia”, cioè li hanno guidati sulla via del Vangelo con la saggezza che viene da Cristo, il quale è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione», sottolinea papa Leone. E auspica che le loro anime possano «risplendere come stelle nel cielo».
Papa Leone XIV presiede la Messa in suffragio di papa Francesco e dei cardinali e vescovi morti nell'ultimo anno / REUTERS
Papa Leone XIV presiede la Messa in suffragio di papa Francesco e dei cardinali e vescovi morti nell'ultimo anno / REUTERS
La Basilica è affollata. Molti seguono la celebrazione in piedi fra le navate per lo spazio contingentato intorno all’altare della Cattedra. E la Messa diventa anche l’occasione per denunciare, partendo dall’uccisione di Cristo, «la morte violenta che uccide l’innocente e così lascia sfiduciati, scoraggiati, disperati. Quante persone – quanti “piccoli”! – anche ai nostri giorni subiscono il trauma di questa morte spaventosa perché sfigurata dal peccato», afferma Leone XIV. Poi avverte: «Siamo scandalizzati quando un essere umano, specialmente un bambino, un “piccolo”, un fragile viene strappato via da una malattia o, peggio, dalla violenza degli uomini». Non fa riferimento alle guerre o ai soprusi, ma sono sullo sfondo della sua riflessione, come più volte li aveva richiamati: era successo anche la scorsa settimana quando all’Angelus aveva chiesto di fare «nostra la sofferenza e la speranza dei bambini> sotto le bombe».
Papa Leone XIV presiede la Messa in suffragio di papa Francesco e dei cardinali e vescovi morti nell'ultimo anno / REUTERS
Papa Leone XIV presiede la Messa in suffragio di papa Francesco e dei cardinali e vescovi morti nell'ultimo anno / REUTERS
«Come cristiani siamo chiamati a portare con Cristo il peso di queste croci», ribadisce nella Messa di questa mattina. Il Papa si fa interprete delle domande di senso che l’umanità si pone e del “silenzio” del Signore. Di fronte alla morte «non possiamo e non dobbiamo dire “laudato si’”, perché Dio Padre non la vuole», rimarca. È, però, Gesù che «solo può portare su di sé e dentro di sé questa morte corrotta senza esserne corrotto». E fa sapere: «Anche la morte più tragica non può impedire al nostro Signore di accogliere tra le sue braccia la nostra anima e di trasformare il nostro corpo mortale, anche il più sfigurato, ad immagine del suo corpo glorioso».
Papa Leone XIV presiede la Messa in suffragio di papa Francesco e dei cardinali e vescovi morti nell'ultimo anno / REUTERS
Papa Leone XIV presiede la Messa in suffragio di papa Francesco e dei cardinali e vescovi morti nell'ultimo anno / REUTERS
Ecco perché, ricorda il Papa, «la speranza del cristiano non è la speranza umana, non è né quella dei greci né quella dei giudei, non si basa sulla sapienza dei filosofi né sulla giustizia che deriva dalla legge, ma solo e totalmente sul fatto che il Crocifisso è risorto ed è apparso a Simone, alle donne e agli altri discepoli. È una speranza che non guarda all’orizzonte terreno, ma oltre, guarda a Dio, a quell’altezza e profondità da dove è sorto il Sole venuto a rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte». Non è un caso, sottolinea il Pontefice, che i cristiani non chiamano i luoghi di sepoltura «“necropoli”, cioè “città dei morti”, ma “cimiteri”, che significa letteralmente “dormitori”, luoghi dove si riposa, in attesa della risurrezione». E da papa Francesco e dai cardinali e vescovi morti giunge «il loro spirituale incoraggiamento» che Leone XIV riassume citando un versetto del Salmo: «Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio»

© RIPRODUZIONE RISERVATA