Dalle diocesi al digitale, il Papa indica la rotta alla Chiesa italiana

di Giacomo Gambassi, inviato ad Assisi
Ad Assisi l’incontro di Leone XIV con i vescovi della Penisola: «Abbiamo bisogno di rinnovarci». Non si torna indietro sull’unione delle diocesi, ma con discernimento. Basta proroghe: i vescovi lasceranno a 75 anni
November 20, 2025
Dalle diocesi al digitale, il Papa indica la rotta alla Chiesa italiana
L'incontro di papa Leone XIV con i vescovi italiani ad Assisi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli / VATICAN MEDIA
Le definisce «qualche riflessione» e poi «qualche indicazione». Di fatto sono le consegne concrete che Leone XIV affida alla Chiesa italiana. Il Papa incontra i vescovi della Penisola ad Assisi a conclusione dell’Assemblea generale della Cei. E, ricevendo i frutti dei quattro anni del Cammino sinodale delle diocesi del Paese che hanno coinvolto oltre 500mila persone, offre alcune coordinate: dalla necessità di «rinnovarsi costantemente»all’età di “congedo” dei vescovi, dalle consultazioni più ampie per la nomina dei pastori all’unione delle diocesi, dall’urgenza di coinvolgere «tutti» nell’azione pastorale all’«accoglienza e l’ascolto delle vittime» degli abusi, dalla vicinanza che si fa «cura» a un nuovo approccio al digitale. «Camminare insieme, camminare con tutti», dice il Pontefice. Con un obiettivo: essere «Chiesa che incarna il Vangelo» e che «vive tra la gente, ne accoglie le domande, ne lenisce le sofferenze, ne condivide le speranze». Soprattutto in «un tempo segnato da fratture, nei contesti nazionali e internazionali» durante il quale «si diffondono spesso messaggi e linguaggi intonati a ostilità e violenza; la corsa all’efficienza lascia indietro i più fragili; l’onnipotenza tecnologica comprime la libertà; la solitudine consuma la speranza». Ecco perché, aggiunge il Papa, occorre «essere artigiani di amicizia, di fraternità, di relazioni autentiche» senza «reticenze e timori» sviluppando «una cultura dell’incontro e diventando, così, profezia di pace per il mondo».
L'incontro di papa Leone XIV con i vescovi italiani ad Assisi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli / VATICAN MEDIA
L'incontro di papa Leone XIV con i vescovi italiani ad Assisi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli / VATICAN MEDIA

Le istanze del Papa accolte dal Cammino sinodale

È la Basilica di Santa Maria degli Angeli a fare da cornice all’appuntamento. Il Papa la raggiunge poco prima delle nove del mattino. A dargli il benvenuto, sotto la pioggia, una piccola folla intorno alla chiesa. Il Papa la saluta dal finestrino dell’auto e poi dal sagrato prima di entrare fra le navate e parlare a porte chiuse di fronte a oltre 270 vescovi della Penisola. Mezz’ora di incontro davanti alla Porziuncola, luogo in cui san Francesco e i suoi primi frati «vissero appieno quello che, con linguaggio odierno, chiamiamo “stile sinodale”», afferma il Pontefice. Ad accoglierlo, a nome dell’intero episcopato, il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, che riassume il Cammino sinodale in tre bussole: «trasmissione della fede», «comunità» e «impegno sociale». Il Papa cita la prima udienza alla Cei del giugno scorso in Vaticano nella quale aveva presentato alcuni punti fermi: l’annuncio del Vangelo, la costruzione della pace, la promozione della dignità umana, la cultura del dialogo, la visione antropologica cristiana. «Queste istanze – dice ad Assisi – corrispondono alle prospettive emerse nel Cammino sinodale della Chiesa in Italia. A voi vescovi spetta adesso tracciare le linee pastorali per i prossimi anni».
Leone XIV con il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, all'inizio dell'incontro del Papa con i vescovi italiani ad Assisi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli / VATICAN MEDIA
Leone XIV con il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, all'inizio dell'incontro del Papa con i vescovi italiani ad Assisi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli / VATICAN MEDIA

Le indicazioni su unioni delle diocesi, età di congedo dei vescovi e nomina dei nuovi pastori

La “sintesi” fra sinodalità e collegialità è il filo conduttore del discorso. Il Papa chiede «passi e scelte comuni». E avverte: «Sulla sfida di una comunione effettiva desidero che ci sia l’impegno di tutti». Ampio il capitolo che chiama in causa i vescovi. Guardando all’«evangelizzazione» e ai «cambiamenti degli ultimi decenni», spiega che non si può «tornare indietro sul tema degli accorpamenti delle diocesi, soprattutto laddove le esigenze dell’annuncio cristiano ci invitano a superare certi confini territoriali e a rendere le nostre identità religiose ed ecclesiali più aperte, imparando a lavorare insieme e a ripensare l’agire pastorale unendo le forze». Però, considerando «la fisionomia della Chiesa in Italia» e «la fatica o talvolta il disorientamento che tali scelte possono provocare», Leone XIV auspica che «i vescovi di ogni regione compiano un attento discernimento e, magari, riescano a suggerire proposte realistiche su alcune delle piccole diocesi che hanno poche risorse umane, per valutare se e come potrebbero continuare a offrire il loro servizio». Il percorso iniziato durante il pontificato di Francesco interessa oggi 43 diocesi (su 226) che sono già unite in persona episcopi, ossia sotto lo stesso vescovo. Questione cara a Leone XIV è quella dei nuovi pastori: finora non ne ha nominati in Italia. Se la sinodalità implica «un ascolto attento e un serio discernimento delle istanze che provengono dal popolo di Dio», è opportuno «promuovere una maggiore partecipazione di persone nella consultazione per la nomina di nuovi vescovi», rilancia, seppur attraverso il coordinamento tra la nunziatura e il Dicastero per i vescovi di cui Prevost era stato prefetto. E mette un freno alle proroghe dei vescovi: «Tutti noi dobbiamo coltivare l’atteggiamento interiore che papa Francesco ha definito “imparare a congedarsi”. È bene che si rispetti la norma dei 75 anni per la conclusione del servizio degli ordinari nelle diocesi e, solo nel caso dei cardinali, si potrà valutare una continuazione del ministero, eventualmente per altri due anni».
L'incontro di papa Leone XIV con i vescovi italiani ad Assisi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli / VATICAN MEDIA
L'incontro di papa Leone XIV con i vescovi italiani ad Assisi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli / VATICAN MEDIA

Dall'umanesimo integrale al digitale da abitare senza annacquare la verità

Non solo. Il Papa incoraggia una «mutua corresponsabilità a favore dell’annuncio del Vangelo» in modo che «nelle Chiese particolari ci impegniamo tutti a edificare comunità cristiane aperte, ospitali e accoglienti». Poi indica una serie di frontiere d'azione che discendono da un assunto: «Tenere lo sguardo sul Volto di Gesù ci rende capaci di guardare i volti dei fratelli». Anzitutto, quella dell’«umanesimo integrale» da «continuare a promuovere» che «esalta il valore della vita e la cura di ogni creatura» e che implica anche di intervenire «profeticamente nel dibattito pubblico per diffondere una cultura della legalità e della solidarietà». Poi l’universo digitale. «La pastorale non può limitarsi a “usare” i media, ma deve educare ad abitare il digitale in modo umano, senza che la verità si perda dietro la moltiplicazione delle connessioni, perché la Rete possa essere davvero uno spazio di libertà, di responsabilità e di fraternità». Nessun messaggio annacquato o travisato, è il richiamo. Ancora: la prossimità «alle famiglie, ai giovani, agli anziani, a chi vive nella solitudine» che si affianca quella verso «i poveri»; l’«attenzione ai più piccoli e vulnerabili perché si sviluppi anche una cultura della prevenzione di ogni forma di abuso» con il ringraziamento alla Cei e ai vescovi «per quanto avete già fatto»; il bisogno di diffondere il messaggio di «fraternità e pace» che arriva da san Francesco e «di cui il mondo ha urgente bisogno».

Zuppi e Baturi: un incoraggiamento per mettere Cristo al centro

L'incontro di papa Leone XIV con i vescovi italiani ad Assisi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli / VATICAN MEDIA
L'incontro di papa Leone XIV con i vescovi italiani ad Assisi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli / VATICAN MEDIA
«L’indicazione del Papa è quella di mettere sempre Cristo al centro», commenta il cardinale Zuppi al termine dell’incontro. Un appuntamento che è stato anzitutto «di amicizia e di incoraggiamento», sottolinea il segretario generale della Cei, l’arcivescovo Giuseppe Baturi. E aggiunge: «Il Papa ha indicato in san Francesco un esempio luminoso di dedizione a Cristo e agli uomini che è modello per tutti». Le prossime tappe che attendono la Chiesa italiana alla luce del Cammino sinodale porteranno a focalizzare le «grandi priorità, la prima delle quali è la trasmissione della fede. Fede che va vissuta e testimoniata all’interno di comunità accoglienti e profetiche». 

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