venerdì 27 novembre 2009
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Anche l’Italia potrebbe avere presto un suo Cammino di Santiago. O per lo meno qualcosa di molto simile quanto a infrastrutture, percorribilità e sicurezza. Perché l’antichità, la storia e la spiritualità già ci sono tutte. Il Cammino italiano, infatti, si chiama (e da ben otto secoli) Via Francigena, che presto verrà rilanciata con un progetto ad hoc, che mira a dare più spazio anche ad uno dei settori più importanti del turismo di casa nostra: il turismo di matrice religiosa. L’iniziativa e i numeri sul fenomeno complessivo sono stati presentati ieri, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi.Il turismo religioso, infatti, muove mediamente 330 milioni di turisti ogni anno, generando una spesa turistica stimata sui 18 miliardi di dollari, di cui 4,5 vengono spesi in Italia. Tuttavia la motivazione religiosa incide ancora in maniera limitata sulle scelte di vacanza degli italiani. «Basti pensare – ha detto il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla – che nel 2009 i turisti del nostro Paese che hanno svolto un pellegrinaggio religioso sono stati 638mila, di questi 389mila sono rimasti in Italia, mentre 248mila hanno scelto santuari e mete religiose estere». Un altro dato fornito nel corso della conferenza stampa riguarda l’età dei turisti religiosi. Infatti il 94 per cento dei turisti italiani e stranieri che trascorre una vacanza di questo tipo ha più di 30 anni. I giovani al di sotto dei 20 anni sfiora solo la percentuale dello 0,4 per cento. La crisi economica, inoltre, ha colpito anche questo settore. Ragion per cui occorre invertire la tendenza mettendo a disposizione dei pellegrini diverse possibilità e soprattutto prevedendo, ha detto il ministro, «una nuova offerta giovane, dinamica e coinvolgente».Padre Cesare Atuire, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi, ha rimarcato l’importanza del pellegrinaggio anche all’inizio del terzo millennio. «Una volta – ha detto – il pellegrino univa i popoli, superando le frontiere. Anche oggi andare sulle vie dello spirito serve a incontrare l’altro e il diverso da sé. E sempre più persone avvertono questa esigenza, come è testimoniato dall’incremento che quest’anno l’Opera Romana Pellegrinaggi ha fatto registrare: più 11 per cento». Il sacerdote ha anche confermato che dal 14 al 17 gennaio alla Fiera di Roma si terrà la II edizione del Josp Fest, il Festival degli itinerari dello spirito, dove si prevede la partecipazione di oltre 20mila persone, specialmente giovani.Ugualmente importanti sono i numeri che il Ministero del turismo si attende dal rilancio della Via Francigena. Per il momento verrà varato un progetto pilota che riguarderà i 400 chilometri del tratto toscano e che verrà poi esteso alle altre regioni coinvolte nel percorso: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Lazio. La Francigena, infatti, collegava Canterbury a Roma, passando attraverso la Francia e scendendo fino al centro della cristianità attraverso le regioni menzionate.Il progetto prevede il coinvolgimento di 5 province e di 38 comuni, tutti di dimensioni medio piccole tranne le città di Lucca e Siena. Il ministro Brambilla ha spiegato che ci si «propone di competere con l’omologo Cammino di Santiago, che vede transitare ogni anno centinaia di migliaia di pellegrini, turisti, escursionisti. «È però necessario che il percorso sia ben segnalato a partire dalla grande viabilità, fino agli itinerari escursionistici percorribili in sicurezza, attrezzati con punti di sosta, informazioni ed accoglienza, e con strutture ricettive adatte ai pellegrini e ai turisti».Durante l’incontro con i giornalisti è stato mostrato anche un video che riassume le linee progettuali del piano di rilancio. Ad illustrarlo l’assessore al turismo della Regione Toscana, Paolo Cocchi. Si va dagli aspetti finanziari, che prevedono la partecipazione dello Stato, che ha destinato per mezzo dei progetti interregionali tre milioni di euro, l’apporto di ulteriori 4 milioni stanziati dalla Toscana, più altri due milioni che verranno stanziati dai comuni.Il piano poi individua nel concreto le infrastrutture da realizzare, tutte leggere e ad impatto ambientale zero, per dare visibilità all’antico sentiero di pellegrinaggio. L’obiettivo, ha fatto notare Cocchi, è consentire «entro il 2010 ai turisti di fare il loro pellegrinaggio sulla Via Francigena in piena sicurezza e con tutti le dotazioni necessarie: segnaletica, tavoli con sedute, piazzali di sosta, tettoie e servizi». Ciò che vale per i pedoni, varrà anche per gli automobilisti, dal momento che anche per loro saranno a disposizione speciali piazzole di sosta, dove lasciare l’auto e proseguire per tratti a piedi.
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