martedì 23 novembre 2021
L’Unione superiore maggiori riunita in assemblea a Roma. Suor Reungoat: dialogare insieme ed essere segno di generatività nel mondo affidato. Fratel Semeraro: adoperarci per una vita di comunione
Usmi, le religiose in Italia. «In dialogo nella fraternità»

Siciliani

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Sul tema Abitare l’umano, insieme in discernimento è iniziata ieri l’assemblea nazionale Usmi, l’Unione superiore maggiori d’Italia), che andrà avanti ancora oggi e domani con un webinar di collegamento tra circa 200 suore. Un tema scelto non a caso, perché nel consiglio nazionale del giugno scorso era stata già avvertita forte l’esigenza di attivare e procedere con processi di discernimento intercongregazionali.

Un appuntamento (il 68° della serie) che, come ha sottolineato nel suo intervento di apertura la presidente suor Yvonne Reungoat, già madre superiora delle Figlie di Maria Ausiliatrice, «è l’occasione per fare l’esperienza della fraternità, per dialogare tra noi, per riflettere e discernere insieme sugli appelli che il Signore ci indirizza come vita consacrata femminile, attraverso l’ascolto profondo della realtà umana in cui siamo immerse. I frutti di queste giornate ci aiuteranno ad essere "segno" di generatività nel cuore della contemporaneità», con un rimando diretto alle parole con cui il Papa ha di recente incoraggiato le superiori a «diventare profezia del Vangelo, testimonianza di Cristo e del suo stile di vita».

Suore immerse nel contemporaneo e dunque – ha proseguito nella sua analisi la presidente – anche con i problemi della pandemia, della crisi economica e sociale, dell’ambiente, da vivere come sfida alla missione: «Nuove prospettive sono aperte davanti al mondo che ci è affidato, perché insieme collaboriamo nella sua costruzione o ricostruzione». Ecco dunque che per i tanti Istituti di vita religiosa «si tratta probabilmente oggi di "rifondare" la nostra presenza nella società italiana, non nel senso di nuovi carismi (anche questo può essere possibile), ma di una rilettura storicizzata del carisma che ci consenta di declinarlo, in fedeltà al progetto originario nell’oggi della storia, e di arricchirlo attraverso la condivisione con tutti gli altri carismi». E se un cammino in tal senso è stato comunque già avviato, «si tratta adesso di continuare ad aprire strade nuove, che ci permettano di servire giovani e adulti, donne e uomini del nostro tempo e delle nostre città».

Un’assemblea che è soprattutto "un cammino sinodale", come è stato ripetuto più volte negli interventi delle suore Ester Pinca, Elisa Kidane, Rosanna Costantini, prima della riflessione offerta da fratel Michael Davide Semeraro e intitolata Il limite come luogo umano di discernimento, riprendendo così il tema più generale dell’assemblea: «Ciò che il Signore chiede ai suoi discepoli, tra cui vanno annoverati anche i consacrati, non è di amare di meno per amarlo di più, ma di amare meglio e in modo vero, adeguato alla verità e alla possibilità di ciascuno come composto di cuore profondo, di anima e di corpo». Ma tante e tali sono le sfide, così come le provocazioni, affrontate dal monaco benedettino, per cui resta comunque ineludibile il fatto che «la vita consacrata è chiamata a porsi profeticamente come luogo privilegiato di "consegna delle chiavi" del Regno dei cieli. Il nostro mistero di vita di comunione può e deve aprirci ad un ministero particolare all’interno della Chiesa-casa dell’umanità. Adoperarci in tutti i modi perché tutti si sentano a casa tanto da averne le chiavi. Siamo chiamati ad essere pellegrini che consegnano non solo i pacchi della Caritas, ma una parola e uno sguardo di accoglienza radicale».

La sessione pomeridiana ha poi visto varie testimonianze, comprese quelle sulle fraternità intercongregazionali portate avanti dalla Shalom presente in Calabria e da vari rami francescani a Norcia.

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