mercoledì 10 settembre 2014
​Il Papa nella catechesi all’udienza generale: per cambiare mondo, fare bene a chi non può ricambiare. «Seguire l'esempio di Madre Teresa, stringere la mano a chi muore».
«La famiglia insegna a condividere»
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All’udienza generale in Piazza San Pietro, il Papa ha proseguito la sua catechesi sulla Chiesa che è madre. “La volta scorsa – ha detto - abbiamo sottolineato come la Chiesa ci fa crescere e, con la luce e la forza della Parola di Dio, ci indica la strada della salvezza, e ci difende dal male. Oggi vorrei sottolineare un aspetto particolare di questa azione educativa della nostra madre Chiesa, cioè come essa ci insegna le opere di misericordia”. “Un buon educatore – ha detto - punta all’essenziale. Non si perde nei dettagli, ma vuole trasmettere ciò che veramente conta perché il figlio o l’allievo trovi il senso e la gioia di vivere. E’ la verità. E l’essenziale, secondo il Vangelo, è la misericordia. L’essenziale del Vangelo è la misericordia. Dio ha inviato suo Figlio, Dio si è fatto uomo per salvarci, cioè per darci la sua misericordia. Lo dice chiaramente Gesù, riassumendo il suo insegnamento per i discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso». Può esistere un cristiano che non sia misericordioso? No. Il cristiano necessariamente deve essere misericordioso, perché questo è il centro del Vangelo. E fedele a questo insegnamento, la Chiesa non può che ripetere la stessa cosa ai suoi figli: «Siate misericordiosi», come lo è il Padre, e come lo è stato Gesù. Misericordia”. “E allora la Chiesa si comporta come Gesù. Non fa lezioni teoriche sull’amore, sulla misericordia. Non diffonde nel mondo una filosofia, una via di saggezza…. Certo, il Cristianesimo è anche tutto questo, ma per conseguenza, di riflesso. La madre Chiesa, come Gesù, insegna con l’esempio, e le parole servono ad illuminare il significato dei suoi gesti. La madre Chiesa ci insegna a dare da mangiare e da bere a chi ha fame e sete, a vestire chi è nudo. E come lo fa? Lo fa con l’esempio di tanti santi e sante che hanno fatto questo in modo esemplare; ma lo fa anche con l’esempio di tantissimi papà e mamme, che insegnano ai loro figli che ciò che avanza a noi è per chi manca del necessario. E’ importante sapere questo. Nelle famiglie cristiane più semplici è sempre stata sacra la regola dell’ospitalità: non manca mai un piatto e un letto per chi ne ha bisogno”. “Una volta una mamma mi raccontava, nell’altra diocesi, che voleva insegnare questo ai suoi figli e diceva loro di aiutare e dare da mangiare a chi ha fame. Ne aveva tre. E un giorno a pranzo - il papà era fuori, al lavoro, era lei con i tre figli, piccolini, 7,5,4 anni più o meno - bussano alla porta e c’era un signore che chiedeva da mangiare, e la mamma ha detto: ‘Ma, aspetta un attimo’. E’ rientrata e ha detto ai figli: ‘Ma c’è un signore lì che chiede da mangiare, cosa facciamo?’- ‘Gli diamo, mamma, gli diamo!’. Ognuno aveva sul piatto una bistecca con le patate fritte: ‘Gli diamo, gli diamo!’ – ‘Benissimo, prendiamo la metà di ciascuno di voi, e gli diamo la metà della bistecca di ognuno di voi’- ‘Ah, no, mamma, così non va la cosa!’ – ‘E’ così, tu devi dare dal tuo’. E così questa mamma ha insegnato ai figli a dare da mangiare del proprio. Questo è un bell’esempio che mi ha aiutato tanto. ‘Ma, non mi avanza niente’ – ‘Ma, da’ del tuo!’. Così ci insegna la madre Chiesa. E voi tante mamme che siete qui sapete cosa dovete fare per insegnare ai vostri figli perché loro condividano le loro cose con chi ha bisogno”. “La madre Chiesa insegna a stare vicino a chi è malato. Quanti santi e sante hanno servito Gesù in questo modo! E quanti semplici uomini e donne, ogni giorno, mettono in pratica quest’opera di misericordia in una stanza di ospedale, o in una casa di riposo, o nella propria casa, assistendo una persona malata. La madre Chiesa insegna a stare vicino a chi è in carcere”. ​Ognuno può fare gli stessi errori di chi finisce in carcere. Lo ha detto Papa Francesco spiegando, nel corso dell'udienza generale, il dettame evanglico di visitare i carcerati. "La madre Chiesa insegna a stare vicino a chi è in carcere", ha detto Jorge Mario Bergoglio, che ha dedicato la catechesi alla misericordia insegnata dalla Chiesa. "Ma padre, è gente pericoloso, è gente cattiva...", è l'obiezione di un fedele immaginata dal Papa: "Ma ognuno di noi - ha proseguito il pontefice argentino rispondendo a questa obiezione - è capace di fare lo stesso che ha fatto quell'uomo o quella donna che sta in carcere! Tutti abbiamo la capacità di peccare, di sbagliare: lui non è più cattivo di te o di me. La misericordia di madre Chiesa supera ogni muro, ogni barriera, e ti porta a cercare sempre il volto dell'uomo, della persona. Ed è la misericordia che cambia il cuore e la vita, che può rigenerare una persona e permetterle di inserirsi in modo nuovo nella società"."Stringere la mano a chi sta per lasciare questo mondo. La Misericordia dà la pace a chi parte e a chi resta". È un suggerimento di Papa Francesco per "aiutare la gente a morire bene, in pace". Ai fedeli presenti all'Udienza Generale, il Pontefice ha fatto l'esempio di Madre Teresa che "raccoglieva per le strade persone alle quali i topi cominciavano a mangiare il corpo e li portava a casa sua per assisterli e far sì poi morissero puliti e sereni. E qualcuno le diceva 'Madre questo è perdere tempò". La Chiesa - ha detto il Papa nel saluto ai pellegrini di lingua araba - affronta l'odio con l'amore, sconfigge la violenza con il perdono, risponde alle armi con la preghiera. Il Signore ricompensi la vostra fedeltà, vi infonda coraggio nella lotta contro le forze del maligno e apra gli occhi a coloro che sono accecati dal male, affinché presto vedano la luce della verità e si pentano degli errori commessi"

 

Il Papa, nei saluti ai gruppi italiani in udienza generale, ha salutato anche "il Gruppo donatori di sangue della Presidenza del consiglio dei ministri come pure - ha detto - gli ufficiali e marinai della Squadra navale impegnati nella ammirevole opera in favore di tanti fratelli in cerca di speranza.

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