sabato 20 ottobre 2012
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La vera sfida è ridare speranza a un mondo che appari smarrito. E farsi carico di questa missio­ne, irta si sfide, con tutte le forze, la capacitò di rigenerarsi, lo slancio pastorale di una comunità ec­clesiale consapevole di avere qualche cosa di positi­vo di dire al mondo. È questa la prospettiva in cui deve muoversi la nuova evangelizzazione, così come sta emergendo dal Sino­do, arrivato, dopo il tempo dedicato all’analisi, a tra­durre in proposte concrete le proprie riflessioni. Ieri, in aula, sono arrivate le riflessioni dei circuli minores , dove, con accenti diversi, si registra una sostanziale convergenza nell’i­dentificare nella famiglia, nell’edu­cazione dei giovani, nel dialogo ecu­menico e interreligioso e in un rin­novamento della catechesi, special­mente quella indirizzata agli adulti, i punti centrali su cui concentrarsi. Tut­to ciò senza trascurare altri ambiti at­traverso cui passa l’annuncio: come ad esempio i mass media, o l’impe­gno dei politici cristiani, che sono chiamati ad agire in coerenza con la propria fede senza scendere a com­promessi. Impegno, insomma, a tut­to campo, con l’abbozzo anche di una proposta per una missione mondiale di evangelizzazione, che po­trebbe essere lanciata dal Papa durante l’Anno della fede.
Riferendo su quanto emerso nel proprio “circolo” di lingua italiana, il presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, l’arcivescovo Rino Fi­sichella, ha sottolineato che «il processo culturale di secolarizzazione è particolarmente marcato e merita di essere considerato sia per le sfide che pone alla Chiesa sotto il profilo culturale, sia come opportunità offerta al credente per rinnovare le proprie categorie spirituali e culturali». A proposito dei catechisti e del­la richiesta di istituire un ministero istituzionalizza­to, Fisichella ha osservato come ciò «sia da esclude­re », in quanto «un tale ministero creerebbe più pro­blemi di quanti potrebbe risolverne». Riguardo ai protagonisti della nuova evangelizzazio­ne, riferendo sul proprio gruppo di lavoro Bruno For­te, arcivescovo di Chieti-Vasto, ha sottolineato come «ogni battezzato sia per vocazione e missione prota­gonista della nuova evangelizzazione». Ciò avviene «particolarmente nella realtà della la parrocchia, at­traverso l’importante azione educativa dell’Azione cattolica e i carismi suscitati dallo Spirito Santo nelle nuove aggregazioni ecclesiali». I cri­stiani laici, però, «hanno un compito decisivo nel testimoniare la loro fede nel complesso rapporto con le realtà secolari in cui operano. In particola­re, la famiglia nel suo insieme è pro­tagonista decisiva della trasmissione della fede», e «in questo ambito va ri­conosciuto il ruolo importante che le donne hanno avuto e hanno nella tra­smissione della fede cristiana».
Sul tema dei carismi è intervento an­che il presidente del Rinnovamento dello Spirito, Salvatore Martinez, in­vitato come auditore al Sinodo, il qua­le ha osservato che «la madre di tutte le crisi che sof­friamo è spirituale, dentro e fuori la Chiesa. Una crisi che deve essere letta, affrontata e vinta primariamente nell’ordine soprannaturale, prima che culturale, so­ciale, economico. Sarà nuova evangelizzazione se, me­diante l’unzione profetica dello Spirito Santo, sapre­mo ridare all’uomo l’umano e ancora all’uomo il di­vino, così come alle nostre società neopagane una nuova "etica delle virtù"». Tra gli ultimi interventi in aula, da ricordare quello in­viato per iscritto dal cardinale Giuseppe Versaldi, pre­sidente della Prefettura vaticana degli Affari econo­mici, il quale ha sottolineato che quando nella Chie­sa si commettono «errori» nell’amministrazione del denaro e delle proprietà materiali, prima di tutto de­ve valere «la presunzione di buona intenzione e di o­nestà », finché non sia «dimostrato il contrario», anzi­ché la «facile accusa di interesse o di potere persona­le », per cui «prima della denuncia all’autorità» si de­ve dare «la possibilità di ravvedimento e riparazione».
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