sabato 2 aprile 2016
​ Aveva 93 anni. I funerali questa mattina in San Pietro  Il cordoglio di Francesco: zelante servitore del Vangelo
Si è spento George Cottier il teologo umile dei Papi
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Puntuale e cortese agli appuntamenti come ogni svizzero che si rispetti («sono nipote e figlio di un orologiaio  e non posso certo tradire gli insegnamenti appresi da loro...» amava ripetere con una punta di ironia) ma soprattutto attento come un semplice “padre” domenicano alle storie e alle aspettative di ogni persona che – nel suo piccolo appartamento in Vaticano non distante dall’Aula Nervi – andava a visitarlo e a confrontarsi con lui sulla teologia e sul suo secolo: il Novecento.  Incontri che si concludevano sempre dopo un frugale «Arrivederci» con un’«Ave Maria, la nostra Madre...». Sono lo stile e la cifra umana, teologica e pastorale che hanno accompagnato e quasi cadenzato la vita del cardinale svizzero, il domenicano Georges Marie Martin Cottier, teologo emerito della Casa Pontificia, scomparso giovedì alla soglia dei 94 anni al Policlinico Gemelli di Roma. E proprio ieri papa Francesco ha voluto indirizzare alla sorella del porporato, Marie Emmanuelle Pastore Cottier, un telegramma di cordoglio. «Con profonda gratitudine, ricordo la sua fede salda, la sua amabilità paterna e la sua intensa attività culturale ed ecclesiale – si legge nel messaggio – in particolare al servizio dei Papi san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, come teologo della Casa Pontificia. Rivolgo una fervente preghiera al Signore affinché, con l’intercessione della Vergine Maria e di san Domenico, conceda al cardinale defunto la ricompensa promessa ai suoi fedeli discepoli». Le esequie del porporato – nato a Carouge (Ginevra) il 25 aprile 1922 – saranno celebrate questa mattina alle 8.30 nella Basilica di San Pietro dal cardinale Angelo Sodano, decano del collegio cardinalizio e, come di consueto, al termine della celebrazione papa Francesco presiederà il rito dell’ultima Commendatio e della Valedictio. Ma chi era questo dotto e raffinato figlio di san Domenico prima di essere stato per ben 15 anni (1990-2005) il teologo della Casa Pontificia? Cottier, dopo aver frequentato le scuole primarie a Carouge, consegue la maturità classica nel 1941 e nel 1944 la laurea in Lettere classiche. L’anno successivo entra nell’Ordine dei frati predicatori e nel 1951 viene ordinato sacerdote. Da quella data inizia il grande apprendistato accademico di padre Cottier come teologo e filosofo soprattutto nel campo della morale, ma anche dedito a un apostolato di frontiera («La mia formazione passa attraverso non solo lo studio ma anche l’esperienza fatta con i Piccoli Fratelli di Gesù e l’esempio del mio confratello, il prete operaio al porto di Marsiglia il domenicano Jacques Loew...», racconterà in un’intervista al nostro quotidiano nel 2012). Nel 1952 all’Angelicum (l’ateneo pontificio dei domenicani di Roma) si laurea in teologia, quindi torna alla Facoltà di Lettere di Ginevra, prosegue gli studi e nel 1959 discute la tesi di dottorato su “L’ateismo del giovane Marx e le sue origini hegeliane”. Passare sull’altro lato della cattedra è questione di poco e per il professore Cottier inizia nel ’62 una brillante carriera universitaria. Suona l’ora del Vaticano II e il 40enne docente svizzero partecipa come esperto: dalla seconda Sessione accompagna prima come perito l’arcivescovo di Aix en Provence, Charles de Provenchères, e poi quello che sarà per sempre «il maestro della sua vita» per lo studio del tomismo in senso classico, il teologo svizzero Charles Journet, creato cardinale da Paolo VI nel 1965. Saranno questi anni per padre Cot- tier di grande confronto con i protagonisti dell’assise conciliare: da Henri de Lubac a Yves Marie Congar, da Marie Dominique Chenu a Jean Daniélou, al «carissimo amico Jacques Maritain...», a Paolo VI «con i suoi gesti di cortesia personale verso di me e Journet...». La sua impronta, seppur indiretta – da studioso di razza – si manifesterà soprattutto in due dichiarazioni conciliari, la Nostra Aetate e la Dignitatis Humanae, e nella costituzione pastorale Gaudium et spes . Nel periodo successivo al Concilio (dal 1973 al 1990) sarà un rinomato professore (alla cui scuola si sono formati teologi come Gilles Emery e Charles Morerod) all’Università di Friburgo, rivestendo tra l’altro l’incarico di direttore della rivista Nova etVetera, fondata da Journet. Chiamato dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, entra nel 1986 a far parte della Commissione Teologica Internazionale (di cui rivestirà negli anni anche il delicato ruolo di segretario). E nel ’90 Giovanni Paolo II lo nomina teologo della Casa Pontificia, succedendo in questo delicato incarico al domenicano fiorentino, il cardinale Mario Luigi Ciappi. Cottier è inoltre consultore della Congregazione per la dottrina della fede e del Pontificio Consiglio della cultura. Fondamentale sarà la sua traccia – forte delle intuizioni del suo maestro Journet – per la stesura della lettera apostolica del 2000 di Giovanni Paolo II Tertio millennio adveniente; Cottier sosterrà, tra l’altro in prima persona, la divulgazione del documento pontificio nell’Anno giubilare. Il 21 ottobre 2003 per i suoi servizi prestati alla Sede Apostolica riceve a 81 anni da Wojtyla la berretta cardinalizia e il giorno precedente viene ordinato vescovo dal confratello e arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schönborn. «Ho scelto di essere cardinale e vescovo – raccontò una volta a chi scrive – per essere non solo un teologo rivestito di una porpora per i suoi meriti scientifici, ma anche un pastore per tutti, nonostante la mia veneranda età. Quale futuro vedo per la Chiesa? Credo quello di non ripiegarsi sul suo glorioso passato ma di guardare sempre in avanti e con fiducia al mondo che verrà, affidandosi soprattutto ai suggerimenti dello Spirito Santo».
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