mercoledì 20 settembre 2017
L'invocazione del cardinale Sepe in Cattedrale nella festa del patrono: «Napoli chiede il 'miracolo' della pace»
Il cardinale Sepe con l’ampolla del sangue di san Gennaro (Fotogramma)

Il cardinale Sepe con l’ampolla del sangue di san Gennaro (Fotogramma)

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Napoli chiede il “miracolo” della pace. Quella pace quotidiana che «si costruisce con la giustizia sociale e con il lavoro ». E la città la chiede al patrono, nel giorno di san Gennaro, in cui si auspica il prodigioso evento della liquefazione del sangue. L’annuncio viene dato immediatamente dal cardinale Crescenzio Sepe, alle 10.05, in una Cattedrale gremita di fedeli e da autorità religiose, civili e politiche, tra cui il nuovo segretario della Pontificia Commissione di archeologia sacra, monsignor Pasquale Iacobone e il vicepresidente della Camera dei deputati Luigi Di Maio.

«Cari amici – dice Sepe, prima della celebrazione –, con grande gioia e commozione vi annuncio che il sangue si è sciolto. San Gennaro non ha mai voltato le spalle a Napoli e ai napoletani ». Il ripetersi del prodigio, infatti, è letto da sempre come un buon auspicio per la città e per l’intera regione Campania; l’appuntamento avviene tre volte l’anno: a settembre, nel giorno di san Gennaro, nel sabato che precede la prima domenica di maggio e il 16 dicembre. Affollatissima, come ogni 19 settembre, la Cattedrale dove anche quest’anno non hanno fatto mancare la loro presenza il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, anche presidente della Deputazione (organo che dal 1601 governa la cappella del Tesoro di san Gennaro), e il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Tra i banchi, anche il presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi, il segretario generale della Corte Carlo Visconti, il comandante della VI Flotta Us Navy, Christopher W. Grady, il vicepresidente del Parlamento della Croazia Furio Radin, l’ambasciatore della Federazione Russa in Italia Sergey Razovl, delegazioni di fedeli provenienti da New York e dalla Svezia. Napoli chiede al patrono la pace «dopo un periodo particolarmente doloroso – dice Sepe – caratterizzato dal luttuoso terremoto nell’isola di Ischia e i devastanti incendi che hanno causato vittime e danni ingenti all’economia e all’ambiente».

L’arcivescovo ricorda anche la drammatica vicenda che ha distrutto quasi un’intera famiglia di turisti, così come gli «inquietanti lampi di guerra che continuano a minacciare la pace da più fronti». Lo sguardo e l’attenzione sono puntate sulle «assurde manifestazioni di forza e di potenza nucleare» e «sul terrorismo che continua a insanguinare le nostre città». La città chiede al patrono di «aprire le menti ed i cuori di chi ha nelle mani il potere di scrivere con le sue decisioni la storia». Chiede «di parlare al cuore di ciascuno perché la pace risiede nel cuore di ognuno. Perché la pace – prosegue Sepe – a differenza della guerra, non ha il plurale. È un nome invariabile, unico, ossia è assoluto e definitivo. Un punto di arrivo che si può raggiungere da molte strade, ma la più importante è quella della responsabilità individuale».

Ma al patrono la città chiede anche la pace che significa «assenza di ingiustizia » e dunque «la forza di aver cura degli “ultimi della fila”, dei fratelli poveri, senza distinzione di nazionalità o di religione e di colore della pelle». «Rivolgiamo la nostra attenzione al rifugiato, all'immigrato, allo straniero, al diverso – invita l’arcivescovo –, ma anche al barbone che incontriamo all'angolo delle strade e al vicino di pianerottolo che si nasconde per vergogna, per mancanza di lavoro, per solitudine». «Sono tutti – ha sottolineato – da accompagnare, da aiutare anche solo con l’ascolto, con una carezza, con un sorriso, con un abbraccio». Concorda il sindaco che ribadisce: «la pace non va intesa solo come assenza di guerre ma come impegno e predisposizione alla solidarietà. Importante anche ribadire che tutti devono contribuire al bene comune». In strada, per la prima volta, il protocollo anti-terrorismo. Tra le misure previste sono state installate barriere di sicurezza, lungo tutto il percorso che porta alla Cattedrale.

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