mercoledì 13 agosto 2014
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«Quello della Route nazionale è un bilancio positivo perché sentiamo di aver vinto le sfide che ci erano state lanciate». Sono molto soddisfatti Marilina Laforgia e Matteo Spanò, presidenti del Comitato nazionale dell’Agesci, al termine del grande incontro dei 30mila a San Rossore. «In primo luogo abbiamo vinto la sfida ambientale: i ragazzi hanno abitato la 'città delle tende' con estremo rispetto e cura come avevamo promesso. Ma quello che ci rende particolarmente soddisfatti è la qualità della partecipazione dei ragazzi. Sono stati veramente meravigliosi. Non hanno rinunciato all’allegria, al gusto di stare insieme, si sono divertiti, hanno vissuto con pienezza l’incontro tra giovani, ma sono stati serissimi nei momenti cruciali». Ma il cammino è solo all’inizio. «Adesso – dicono i due presidenti – ci sentiamo un po’ più riconosciuti per quello che siamo e la responsabilità è alta per portare sui territori una proposta educativa di eccellenza. Non siamo preoccupati perché abbiamo dei ragazzi meravigliosi e dei capi che fanno delle cose uniche. Ce la possiamo fare». Per i ragazzi è stato un primo impatto con la democrazia, come l’elaborazione della 'Carta del coraggio'. Laforgia: Ci soddisfa appieno la linearità del percorso che ha portato alla formazione di un pensiero collettivo, condiviso tra 30mila. È l’apertura di un dialogo tra gli adulti interpreti più veri dei fondamenti della nostra identità, e i giovani che sono cresciuti con noi ma hanno uno sguardo più fresco sul futuro. Un dibattito che speriamo fruttuosissimo. Abbiamo promesso ai ragazzi piena apertura e lo manterremo. Il percorso non sarà tutto sì o tutto no, mettendo nello zaino l’esperienza della partecipazione e ricordando ai nostri ragazzi che un fuoco deve essere alimentato. Ragazzi speciali? Laforgia: Ragazzi normali, niente di speciale rispetto agli altri. A renderli così come li abbiamo visti è stata l’occasione di protagonismo autentico che abbiamo costruito per loro. Non li abbiamo lasciati soli, ponendoci accanto come fratelli maggiori. Ha rappresentato il successo pedagogico della relazione capo-ragazzo che è la cifra dello scoutismo. Alcuni giornali hanno fatto un’analisi molto politica della Route, scrivendo di un Agesci di sinistra. Spanò: I ragazzi hanno una libertà di pensiero che nasce da un confronto critico. Abbiamo dato la possibilità di raccontare le loro speranze e anche le difficoltà. Hanno detto quello che pensano ma non c’è assolutamente una lettura di tipo politico- partitico. Né è la posizione ufficiale dell’Agesci. È la lettura di 30mila ragazzi di cui non bisogna avere paura, non va incasellata in un partito. Perché altrimenti abbiamo perso e riportato le logiche bizantine all’interno di un pensiero giovanile fresco. I ragazzi hanno fatto politica. Laforgia: Certo, non hanno giocato alla politica. Ma il successo politico vero della Route è nel fatto che stiamo rimandando a casa dei ragazzi che hanno riscoperto una vocazione alla cittadinanza, pienamente consapevoli che non c’è cambiamento che non passi prima di tutto attraverso il cambiamento di se stessi e poi attraverso l’impegno diretto. C’è chi ha parlato di rischi di strumentalizzazione per la presenza di Renzi. Spanò: Noi nelle grandi occasioni abbiamo sempre invitato le istituzioni. Questa volta è accaduto che fosse Renzi che ha detto che non voleva dire niente perché qualunque cosa sarebbe suonata come il tentativo di mettere il cappello 'su qualcosa che invece è vostra'. E ha taciuto. E poi avere la possibilità di consegnare al Premier e alla Chiesa la riflessione dei ragazzi, credo sia il massimo da sperare. E il 'partito del fazzolettone'? Spanò: Non c’è e non potrà mai esistere. Noi diamo ai ragazzi la possibilità di avere esperienze, non risposte, le trovano lungo la strada. All’interno dello scoutismo c’è l’antidoto per far sì che non ci sia un partito o una lobby. Siamo una grande famiglia ma questo non vuol dire assolutamente altro. Cosa è stata la telefonata del Papa? Laforgia: Un abbraccio e un colloquio con i ragazzi, con quella semplicità che piace molto agli scout, è un nostro modo di essere. E poi lo stimolo: 'Tocca a voi, il presente è vostro, datevi da fare'. Un sostegno al percorso della Route. Torniamo alla 'Carta del coraggio'. C’è chi vi ha letto posizioni critiche verso quelle della Chiesa: Spanò: Ci sono elementi creativi e stimolanti anche sul tema dell’appartenenza alla Chiesa. Ma ci sentiamo così tanto Chiesa che portiamo anche questo pensiero al suo interno. Non bisogna aver paura di un pensiero, ma guardarlo, capirlo, sapendo che come associazione noi siamo nella Chiesa e fedeli ad essa.
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