mercoledì 28 giugno 2023
Cosa sono e cosa simboleggiano i pallii che verranno imposti agli arcivescovi metropoliti e che il Pontefice benedice ogni 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo.
Il Papa e gli arcivescovi metropoliti in un precedente 29 giugno

Il Papa e gli arcivescovi metropoliti in un precedente 29 giugno - Siciliani

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Il 29 giugno la Chiesa cattolica celebra i santi Pietro e Paolo, figure ovviamente fondamentali per la storia della Chiesa. Recita il Martirologio Romano (il libro alla base dei calendari liturgici): «Simone, figlio di Giona e fratello di Andrea, primo tra i discepoli professò che Gesù era il Cristo, Figlio del Dio vivente, dal quale fu chiamato Pietro. Paolo, apostolo delle genti, predicò ai Giudei e ai Greci Cristo crocifisso. Entrambi nella fede e nell’amore di Gesù Cristo annunciarono il Vangelo nella città di Roma e morirono martiri sotto l’imperatore Nerone: il primo, come dice la tradizione, crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale, il secondo trafitto con la spada e sepolto sulla via Ostiense. In questo giorno tutto il mondo con uguale onore e venerazione celebra il loro trionfo».

San Pietro e San Paolo

San Pietro e San Paolo - immagine di archivio

In questa solennità il Papa celebra la Messa alle 9.30 nella Basilica vaticana con il rito della benedizione dei palli che saranno imposti agli arcivescovi metropoliti. Il pallio è una fascia di lana bianca, larga all’incirca sei centimetri, incurvata al centro, così da poter essere appoggiata alle spalle sopra la veste liturgica, e con due lembi neri pendenti davanti e dietro, così che – vista sia davanti che dietro – il paramento ricordi la lettera “Y”. È decorato con sei croci nere di seta, una su ogni coda e quattro sull’incurvatura, ed è guarnito, davanti e dietro, con tre spille d’oro e gioielli (acicula).

Tradizionalmente viene realizzato con la lana degli agnelli allevati nella Trappa dell’Abbazia delle Tre fontane di Roma, agnelli che vengono benedetti dal Papa nella festa di sant’Agnese, il 21 gennaio. A tessere il pallio sono invece sono le monache del monastero benedettino di Santa Cecilia in Trastevere. Simbolo del buon pastore e dell’Agnello crocifisso per la salvezza degli uomini, il pallio indica lo speciale legame che unisce il Papa con le sedi metropolitane, cioè arcidiocesi o arcieparchie cui possono essere legate una o più diocesi suffraganee. Sedi metropolitane e suffraganee costituiscono una provincia ecclesiastica.
Il pallio viene imposto agi arcivescovi metropoliti nominati nell’ultimo anno. A partire dal 2015, ricorda il Dicastero per i vescovi, sono state modificate le modalità di conferimento della sacra insegna. Essa, infatti, non viene più imposta direttamente dal Papa ma solo ricevuta dalle sue mani in forma privata al termine della concelebrazione ogni 29 giugno nella Basilica di San Pietro. Francesco infatti, ha dato mandato ai nunzi apostolici di imporre loro il pallio ai singoli metropoliti nelle loro rispettive arcidiocesi, per favorire la partecipazione nella cerimonia liturgica dei vescovi suffraganei e del popolo di Dio, e così aiutare alla comprensione e valorizzazione della insegna. Nel 2023 sono 34 gli arcivescovi metropoliti che riceveranno il pallio.

Il Papa e il patriarca Bartolomeo I

Il Papa e il patriarca Bartolomeo I - Immagine di archivio


Secondo tradizione nella solennità dei Santi Pietro e Paolo nella Basilica vaticana è presente una delegazione del patriarcato ecumenico di Costantinopoli cui la Santa Sede «restituisce la visita» il 30 novembre, sant’Andrea, partecipando alla Divina liturgia ortodossa celebrata nella chiesa patriarcale di san Giorgio al Fanar, a Istanbul.

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