sabato 3 maggio 2014
Lunedì la delegazione del Vaticano presenta il suo rapporto alla sessione della Convenzione. Partita l’offensiva con le “solite” accuse. INTERVISTA al nunzio apostolico all'Onu Silvano Tomasi (di G. Paolucci)
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È «strumentale e forzato» cercare di inserire la questione degli abusi sessuali sui minori nella discussione della 52ma sessione del Comitato Onu sulla Convenzione contro la tortura, in corso a Ginevra, dove la Santa Sede presenterà la sua relazione il 5 maggio. Lo spiega  in una dettagliata nota il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, esprimendo l’auspicio che si possa «svolgere un dialogo sereno e obiettivo, pertinente al testo delle Convenzioni e alle loro finalità». «Altrimenti – aggiunge – le Convenzioni vengono snaturate e i Comitati rischiano di perdere autorevolezza e scadere a strumenti di pressione ideologica invece di essere il necessario stimolo verso l’auspicato progresso nella promozione del rispetto dei diritti delle persone umane». Il “portavoce” vaticano ha ricordato che la Convenzione «riguarda per lo più questioni attinenti alla legislazione penale, alla procedura penale, al sistema carcerario, ai rapporti internazionali nel campo giudiziario, ecc.», e che la Santa Sede vi ha aderito «per conto dello Stato della Città del Vaticano (SCV), cosicché la sua responsabilità giuridica per l’applicazione riguarda il territorio e le competenze dello Stato della Città del Vaticano». «La Santa Sede – ha aggiunto – propone anche un insegnamento importante sulle questioni della tortura e dei trattamenti crudeli e inumani, che è di grande importanza per la diffusione dei principi che ispirano la Convenzione e la sua attuazione», ma «di per sé questo va aldilà degli impegni assunti con l’adesione alla Convenzione, in quanto limitata al territorio dello SCV». Ed è proprio in virtù di questi impegni che la Santa Sede ha proceduto alla revisione della legislazione penale vaticana, con le nuove leggi promulgate l’11 luglio 2013 ed entrate in vigore il 1° settembre successivo, «che rendono effettivamente la legislazione penale e di procedura penale vaticana conforme alla Convenzione». Intervista al nunzio all'Onu Tomasi: in prima fila nella lotta alla pedofilia
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