giovedì 18 agosto 2011
Cresce l'attesa. Oggi arriva Benedetto XVI, l’evento entra nel vivo. Il presidente del Pontificio Consiglio per i laici: «Benedetto XVI considera le Giornate mondiali della gioventù un vero dono per la Chiesa. Oltre le manifestazioni visibili, c’è una “Gmg invisibile” che si svolge nel cuore dei giovani e cambia la loro esistenza».
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È il giorno del Papa. Finalmente. Il protagonista più atteso giunge oggi a Madrid e la Gmg entra nel vivo. Una Giornata mondiale «della speranza, dalla quale il Papa si aspetta molto». Così il cardinale Stanislaw Rylko presenta il tratto distintivo di Madrid 2011, proprio nel giorno in cui Benedetto XVI incontra per la prima volta i giovani, entrando simbolicamente dalla Puerta de Alcalà e fermandosi nella Plaza de Cibeles. Il porporato polacco, presidente del Pontificio Consiglio per i laici ha seguito da vicino le Gmg fin dal loro sorgere. Le sue parole, dunque, sono una guida fondamentale per comprendere l’evento che da oggi a domenica vivrà il suo momento culminante.Eminenza, qual è lo stato d’animo con cui Benedetto XVI si accinge ad incontrare i giovani?L’ultima volta che ho avuto modo di parlare con il Santo Padre della Gmg mi ha detto che è molto fiducioso e che nutre grandi attese su Madrid 2011. Il Papa vuole molto bene ai giovani ed è convinto, come ha detto anche nel suo recente libro intervista «Luce del mondo», che le Giornate della gioventù siano un vero dono per la Chiesa. Per Benedetto XVI davvero nelle Gmg accade qualcosa che non è opera nostra. E infatti egli suole parlare di una Gmg visibile, che è quella dei grandi eventi, delle catechesi, della Via Crucis, della Veglia e della Messa finale, e di un’altra Gmg invisibile, che si svolge nei cuori dei giovani e produce vocazioni, cambiamenti di vita, frutti dello spirito.Benedetto XVI è alla sua terza Giornata mondiale della gioventù. C’è un tratto distintivo nell’approccio di papa Ratzinger alla Gmg?Il Santo Padre si muove in un quadro di grande continuità con il suo predecessore, il beato Giovanni Paolo II. Al di là delle diverse personalità, infatti, ciò che conta è la presenza tra i giovani del Successore di Pietro. Ma ho potuto constatare, sia a Sydney, sia a Colonia che i pellegrini delle Gmg apprezzano in particolar modo il pensiero estremamente chiaro e persuasivo di Benedetto XVI. Egli si è dimostrato uno straordinario comunicatore, perché sa toccare il cuore dei problemi e così arriva anche al cuore delle persone.La beatificazione di Giovanni Paolo II, prima, la Gmg ora. Il 2011 è un po’ l’anno dei giovani.In effetti questa Giornata si svolge all’insegna della beatificazione di Giovanni Paolo II, fondatore delle Gmg e ora anche patrono e protettore. Ricordo che a Colonia il cardinale Meisner disse che quella era una Gmg con due Papi. In un certo senso anche questa lo è, come abbiamo visto martedì nella celebrazione di apertura e come è testimoniato anche dalla reliquia del sangue del beato Karol Wojtyla, presente a Madrid.Sydney è stata definita la Gmg degli antipodi, Colonia quella dei Re Magi. Madrid che Gmg sarà?A mio parere sarà la Gmg della speranza. Anzi della rinascita della speranza. Oggi più che mai abbiamo bisogno di speranza. I giovani hanno bisogno di speranza. L’Europa e il mondo intero hanno bisogno di speranza. In una società liquida e senza punti di riferimento la Gmg suggerisce ai cuori dei giovani che Cristo è la nostra speranza e che davvero si può tornare a progettare, ad avere fiducia nella vita e nel futuro. Sono particolarmente contento perché i giorni della Gmg di fatto hanno preso avvio subito dopo la Solennità dell’Assunta. Maria è l’icona alla quale dobbiamo guardare. Lei è la donna del sì e della speranza. Ai giovani che hanno paura di dire dei sì definitivi (cioè di operare scelte vocazionali, sia nel senso della famiglia, che della speciale consacrazione) la Vergine dice: «Non abbiate paura. Di Cristo potete fidarvi». E quindi è anche la donna della speranza, poiché l’Assunta ci indica chiaramente la strada della risurrezione.Questo vale anche per i giovani che si dicono indignati o sono lontani dalla fedeCertamente. L’invito del Santo Padre è rivolto a tutti i giovani del mondo. A quelli che sono lontani mi piacerebbe poter dire: «Venite con noi. Dio vi ama. Venite con noi e ritroverete i motivi della vera speranza». Il cristianesimo, infatti, non è una filosofia o una dottrina, ma l’incontro vivo con la persona di Cristo . E la fede, come ci insegna il Papa, non è una fuga dal mondo, ma anzi al contrario solo chi conosce Dio può conoscere davvero la realtà.
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