Uomini di dialogo, uomini in ricerca che di fronte alle sfide dell’oggi trovino la forza di osare. È di queste figure di persone che andrà in cerca il XXXVI Meeting dell’amicizia tra i popoli che Comunione e liberazione organizza a Rimini da 20 al 26 agosto. Persone di dialogo, spinte alla ricerca da una «molla» (così la definisce Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting), che è il sentimento della mancanza. "Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno?", è il titolo della settimana riminese, tratto da un verso del poeta Mario Luzi. In programma ci sono un centinaio di convegni, quattordici esposizioni, oltre dieci spettacoli e più di quindici manifestazioni sportive. Tremila i volontari. Per la prima volta ci sarà Matteo Renzi. E ad aprire la settimana, sarà il tema del ruolo che hanno le religioni per la pace.Con un modello il cui nome è echeggiato ieri a Roma alla presentazione del ricco programma di incontri: il patriarca Abramo, sulla cui figura dibatteranno il giurista ebreo e rettore dell’Istituto europeo di Firenze, Joseph Weiler e il presidente della Fraternità di Cl, Julian Carron. Figura inoltre che unisce le tre religioni del Libro. Ed è al dialogo tra le religioni per la pace che è dedicato l’incontro di apertura del Meeting sul tema "Le religioni sono parte della soluzione, non il problema", di cui ieri ha dato un assaggio il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. «Oggi le religioni fanno paura, mentre dovrebbero essere fonti di serenità», ha osservato il porporato dopo aver tracciato un profilo della una società secolarizzata che vorrebbe aver messo da parte la questione di Dio, di fatto però sostituendola con una miriade di dèi e con la ricerca di un’astratta saggezza. «I capi delle religioni dovrebbero aver cura di accompagnare i politici nel governo della res publica». Il compito che spetta alle religioni è far passare una «pedagogia del vivere insieme», costruire «comunità dove ogni persona è accetta per quello che è, non per quello che vorremmo che fosse». Cosa che in tante zone del mondo oggi non succede. Di qui un invito a osare di fronte a violenze e ingiustizie. Uno spazio al meeting sarà dedicato alle testimonianze dei cristiani iracheni profughi a Erbil. Testimonianze in parte anticipate ieri dal sacerdote del Kurdistan iracheno Imad Gargees. In particolare quella di Myriam, bambina di 10 anni che ringrazia Dio di non averla abbandonata e prega per i nemici. «Allora c’è speranza che qualcosa cambi».Ma i fronti di crisi sono tanti dagli scenari internazionali, alla crisi dell’Europa, alla ripresa che stenta, alla politica, ha enumerato Guarnieri. «L’insofferenza verso il bene di tutti genera l’individualismo», spiega. Il senso della mancanza, invece, spinge all’incontro, al dialogo anche con lontani (ci saranno ad esempio Fausto Bertinotti e Piero Sansonetti) nello stile dell’amicizia. Al centro ci sarà anche l’enciclica di Papa Francesco "Laudato si’". Un incontro sarà sui preti delle baraccopoli argentine. Il ruolo degli organismi internazionali nelle emergenze mondiali sarà trattato in un incontro cui parteciperà l’Osservatore della Santa sede all’Onu, monsignor Silvano Maria Tomasi. Quest’anno ci sarà anche il presidente del Consiglio Renzi, assente nell’edizione 2014, per parlare del tema "L’Italia e la sfida del mondo". Nutrito il parterre di ministri, molti dei quali sono al bis: Martina, Delrio, Gentiloni, Galletti, Poletti e Padoan. Ci sarà anche il presidente dell’Anci e sindaco di Torino, Piero Fassino. Ma protagonisti saranno anche imprenditori (ieri c’era Roberto Snaidero) e scienziati. Sul versante della riflessione ecclesiale, i dibattiti su "Persona e senso del limite", con il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino. Con un occhio al convegno ecclesiale di Firenze. Su "Chiesa e denaro" parlerà il cardinale George Pell, prefetto del segretariato per l’Economia della Santa sede.