Quarto e penultimo giorno per il grande Convegno ecclesiale di Firenze, che vede riuniti 2.200 delegati da tutte le diocesi d'Italia per tracciare il volto di una "nuova" Chiesa seguendo il percorso tracciato dal Papa nel suo discorso di indirizzo di martedì nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore.Oggi i delegati partecipano a una preghiera ecumenica, presieduta da monsignor Nunzio Galantino, cui partecipano la Chiesa ortodossa e la Chiesa Valdese.
Subito dopo c'è stato un momento interreligioso, con i saluti di Izzeddin Elzir, imam di Firenze e presidente dell’Unione comunità islamiche d’Italia (Ucoii), e Joseph Levi, rabbino capo della comunità ebraica di Firenze. Nel dialogo interreligioso, ha sottolineato da parte sua l’imam, “ognuno ha l’occasione per riscoprire le radici”. E questo, secondo l’imam, è quello che sta avvenendo nel dialogo in atto in Italia. Tuttavia, “il dialogo tra le teologie non è sufficiente, è necessario che il dialogo avvenga tra uomini e donne di diverse fedi, culture, realtà". Per questo il tema scelto per Firenze 2015 "si colloca nel cuore del dialogo". "Camminiamo insieme nella costruzione dl nuovo umanesimo – ha invitato l’imam –. Si può andare avanti solo insieme ma per fare questo abbiamo bisogno di essere umili. Solo un confronto dal basso può creare una nuova cultura dove l’altro è visto come una risorsa e una ricchezza, e non come un nemico o una minaccia. Il lato oscuro, l’estremismo e il terrorismo può essere vinto solo lavorando insieme, costruendo ponti e non muri". Nel suo discorso, a sua volta Levi ha ricordato il ruolo della dichiarazione conciliare “Nostra aetate” – della quale pochi giorni fa ricorreva il 50° anniversario – nella costruzione di “ponti” tra le fedi. “Il compito comune che ci attende è quello di offrire la speranza”. La via da percorrere è quella “della conoscenza e della cultura invece delle armi; lo strumento dell’ascolto, dell’empatia, della democrazia e del rispetto”. La fede “che in passato ci ha diviso oggi invece ci unisce e ci richiede di inviare insieme messaggi positivi al di là delle differenze dottrinali e teologiche che esistono”. Insomma, “l’umanità si aspetta da noi un impegno comune nel dare una risposta alla mancanza di valori che si è creata nel secolo scorso”. Levi ha concluso: “Noi religioni monoteiste dobbiamo offrire una visione positiva dell’uomo e del mondo cercando il suo bene. Solo così i nemici del passato saranno gli amici del futuro”.
Nel pomeriggio i delegati si caleranno nella realtà ecclesiale fiorentina, con l'incontro di esperienze significative, in tutto 30 suddivisi in tre aree tematiche: "Firenze e la sua Chiesa: storia e testimoni", con incontri tra l'altro su Giorgio La Pira e don Lorenzo Milani, "Vita pastorale della Chiesa fiorentina", con visite anche alle Misericordie, al Progetto Agata Smeralda e a Novoli, e infine "Realtà ed esperienze sociali e culturali a Firenze" con visite tra l'altro al carcere Gozzini, alla Scuola d'arte sacra.