mercoledì 26 agosto 2020
L’arcidiocesi ha iniziato il triduo che culminerà nelle giornate del 28 e 29 agosto con il tradizionale giubileo del perdono celestiniano
L’Aquila prepara l’apertura della Porta Santa
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L ʼAquila Si celebrerà ancora in emergenza a L’Aquila l’annuale festa del perdono giunta alla 726ª edizione. Una comunità resiliente quella aquilana che dopo il sisma del 2009 e i gravi incendi dei giorni scorsi, non ha voluto rinunciare, in tempo di pandemia, alla Perdonanza Celestiniana, riconosciuta dall’Unesco patrimonio dell’umanità.

Un imponente piano di sicurezza è stato messo in campo dal Comitato organizzatore che renderà possibile comunque la partecipazione dei fedeli. Il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila, nei giorni scorsi ha invitato tutti, ad «accettare con prontezza le privazioni imposte dalle circostanze, facendosi carico, con pazienza, delle rinunce e dei fastidi provocati dalla lotta contro questo temibile contagio » ricordando che la fatica legata al rispetto delle norme e delle restrizioni imposte può essere grande ma «la fedeltà convinta e obbediente tutela il bene comune: cioè il bene individuale e pubblico». In totale saranno ottomila i fedeli che quest’anno potranno partecipare, mille per ogni celebrazione, alle Messe previste nel programma.

La prima, quella che vedrà dischiudersi i battenti della Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, sarà celebrata, alle 19 del 28 agosto, dal cardinale Matteo Maria Zuppi e trasmessa in diretta su Tv2000. Una pre- senza particolarmente significativa, quella dell’arcivescovo di Bologna, pronipote del cardinale Carlo Confalonieri che fu arcivescovo dell’Aquila durante la Seconda guerra mondiale. Confalonieri, omaggiato con il titolo di 'defensor civitatis', si spese in prima persona per salvare diversi prigionieri e per risparmiare ulteriori bombardamenti.

«Era un uomo molto rigoroso, sobrio, della scuola di Pio XI – ha detto Zuppi in un’intervista rilasciata al mensile diocesano 'Vola' –. Era un vescovo molto affettivo, che sapeva mostrare, pur nella serietà che lo contraddistingueva, una partecipazione profonda a quello che accadeva e alle persone che incontrava. Era veramente orgoglioso di sentirsi aquilano. Anche quando lasciò l’Abruzzo per il Vaticano, negli incontri famigliari ogni qualvolta si parlava dell’Aquila, gli si illuminavano gli occhi». Alle 22 di venerdì prossimo la Messa dedicata ai giovani presieduta dal vescovo di Teramo-Atri, Lorenzo Leuzzi, a cui seguirà la Veglia nella notte animata dai gruppi di pastorale giovanile e dagli scout. All’alba del 29 agosto la Messa dedicata al mondo del lavoro verso cui si è rivolto il pensiero di Petrocchi, all’accensione del braciere della pace.


Celestino V e l’indulgenza del 1294
L’inizio della Perdonanza dell’Aquila fu nel 1294, quando Celestino V concesse l’indulgenza plenaria a chiunque, confessato e comunicato, fosse entrato nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio tra il 28 e il 29 agosto. Fu l’evento precursore del Giubileo universale istituito da Bonifacio VIII nel 1300.

«Va rivolta una partecipe prossimità al mondo del lavoro, fortemente messo in crisi dalla recente pandemia. Pensiamo gli operai, agli artigiani, ai commercianti, agli impiegati, ai professionisti, agli imprenditori che hanno subìto seri danni economici nello svolgimento delle loro attività. Essi hanno bisogno non solo della nostra simpatia ma di una solidarietà fattiva e coraggiosa». Sempre il 29 agosto, alle 8 il vescovo di Termoli-Larino, Gianfranco De Luca presiederà la Messa per i religiosi.

A seguire l’Eucaristia per le forze dell’ordine celebrata dal vescovo di Trivento, Claudio Palumbo, e quella delle 12 per le famiglie, i catechisti e il mondo della scuola con il nunzio apostolico Orlando Antonini. Nel pomeriggio la celebrazione dedicata ai malati e all’Unitalsi presieduta dall’arcivescovo emerito dell’Aquila Giuseppe Molinari. Alle 18 il cardinale arcivescovo Petrocchi celebrerà la Messa conclusiva chiudendo la Porta Santa. Ieri intanto si è aperto il triduo di preparazione al giubileo aquilano con la conferenza del direttore della biblioteca di Subiaco, dom Fabrizio Messina Cicchetti, sull’influsso della spiritualità benedettina nella figura di san Pietro Celestino.

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