giovedì 13 febbraio 2014
Don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale, ha esortato a trovare le giuste risposte alle domande dei ragazzi, tenendo conto dei loro territori e delle loro storie.
Bagnasco agli educatori
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È il tempo di rimettere al centro una "passione educativa" vissuta nella quotidianità: è questo il mandato affidato da don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, ai 550 membri delle équipe diocesane e regionali impegnate nel lavoro accanto ai ragazzi a conclusione del XIII Convegno nazionale che li ha visti riuniti per quattro giorni a Genova. Il sottotitolo dell'incontro parla delle "direzioni della cura educativa", ha ricordato il sacerdote nel videomessaggio registrato nella sua camera di ospedale. «Si parla di direzioni, al plurale - ha detto Falabretti ai convegnisti -, perché nella cura educativa non esiste una via univoca da seguire e questo è il lavoro che vi attende una volta giunti a casa: fare tesoro di quanto detto e ascoltato a Genova per trovare le giuste risposte davanti alle persone, ai territori e alle storie con cui abbiamo a che fare ogni giorno». E di un «lavoro permanente nella quotidianità» ha parlato anche il vescovo di Chiavari, Alberto Tanasini, che ha presieduto la Messa a conclusione del convegno. «Abbiamo bisogno dei grandi eventi - ha detto il presule - ma questi non si possono contrapporre all'azione pastorale continua nella vita ordinaria». La storia di un incontro con Cristo nella quotidianità della propria esistenza è stata messa in scena anche dall'attore Paolo Cevoli, con il suo spettacolo , offerto ai convegnisti nel Teatro Politeama di Genova.
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