lunedì 26 ottobre 2015
​Nell'udienza al popolo gitano il Papa invita a non dare "ai mezzi di comunicazione e all'opinione pubblica occasioni per parlare male di voi". Il testo del discorso
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​"Vorrei che per il vostro popolo si desse inizio ad una nuova storia. È arrivato il tempo di sradicare pregiudizi secolari, preconcetti e reciproche diffidenze che spesso sono alla base della discriminazione, del razzismo e della xenofobia". Lo ha detto il Papa nell'udienza di oggi al popolo gitano, nell'ambito del Pellegrinaggio mondiale (23-26 ottobre) organizzato dal Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti per commemorare il 50esimo della storica visita di Papa Paolo VI al campo nomadi di Pomezia, avvenuto il 26 settembre 1965. In quell'occasione il Pontefice definì gli itineranti "pellegrini perpetui". Troppo spesso nei campi nomadi e negli altri insediamenti di rom e sinti "i bambini muoiono di freddo o tra le fiamme, o diventano oggetti in mano a persone depravate, i giovani e le donne sono coinvolti nel traffico di droga o di esseri umani. E questo perchè spesso cadiamo nell'indifferenza e nell'incapacità di accettare costumi e modi di vita diversi dai nostri", ha denunciato poi Papa Francesco davanti a 5mila persone. "Non vogliamo più assistere a queste tragedie familiari", ha detto assicurando di essere personalmente a conoscenza delle difficoltà del popolo gitano.  "Visitando alcune parrocchie romane, nelle periferie della città, ho avuto modo - ha raccontato il Papa - di sentire i vostri problemi, le vostre inquietudini, e ho constatato che interpellano non soltanto la Chiesa, ma anche le autorità locali. Ho potuto vedere le condizioni precarie in cui vivono molti di voi, dovute alla trascuratezza e alla mancanza di lavoro e dei necessari mezzi di sussistenza". "Ciò contrasta - ha scandito Bergoglio - col diritto di ogni persona ad una vita dignitosa, a un lavoro dignitoso, all'istruzione e all'assistenza sanitaria". "L'ordine morale e quello sociale impongono - ha affermato - che ogni essere umano possa godere dei diritti fondamentali e debba rispondere ai propri doveri". Secondo Papa Francesco "su questa base è possibile costruire una convivenza pacifica, in cui le diverse culture e tradizioni custodiscono i rispettivi valori in atteggiamento non di chiusura e contrapposizione, ma di dialogo e integrazione".Ma è anche compito dei gitani fare in modo che le periferie delle città siano "più umane". "E potete farlo - ha detto il Papa nell'udienza - se siete anzitutto buoni cristiani, evitando tutto ciò che non è degno di questo nome: falsità, truffe, imbrogli, liti". "Cari amici - ha invitato Papa Francesco -, non date ai mezzi di comunicazione e all'opinione pubblica occasioni per parlare male di voi. Voi stessi - ha detto il Papa - siete i protagonisti del vostro presente e del vostro futuro. Come tutti i cittadini, potete contribuire al benessere e al progresso della società rispettandone le leggi, adempiendo ai vostri doveri e integrandovi anche attraverso l'emancipazione delle nuove generazioni".
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