sabato 28 marzo 2009
Benedetto XVI ai 7mila volontari incontrati nell'Aula Nervi: per fronteggiare guerre e violenze serve «la vera conversione dei cuori».
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Il Servizio Civile contribuisce realmente a formare uomini di pace e all'instaurarsi della pace in un mondo dove «purtroppo, guerre e violenze non cessano mai,e la ricerca della pace è sempre faticosa». Lo ha affermato oggi il Papa incontrando 7 mila volontari del Servizio Civile con i quali il Pontefice ha voluto «congratularsi per l'entusiasmo» che li anima e per la generosità con cui portano a compimento la loro missione di pace». «In anni segnati dal pericolo di possibili conflitti planetari, il Concilio Vaticano II - ha ricordato - denunciava con forza la corsa agli armamenti e invitava a cercare nuove strade partendo dalla riforma degli spiriti, perché possa essere rimosso questo scandalo e al mondo, liberato dall'ansietà che l'opprime, possa essere restituita la vera pace».Per il Papa, queste nuove strade possono essere trovate solo «partendo dalla riforma degli spiriti, dal rinnovamento degli animi e delle coscienze». «Oggi come allora - ha spiegato nell'Aula Nervi - l'autentica conversione dei cuori rappresenta la via giusta, la sola che possa condurre ciascuno di noi e l'intera umanità all'auspicata pace». In merito, il Pontefice ha citato un altra frase del Concilio: «noi non possiamo non lodare coloro che, rinunciando alla violenza nella rivendicazione dei loro diritti, ricorrono a quei mezzi di difesa che sono, del resto, alla portata anche dei più deboli, purchè ciò si possa fare senza pregiudizio dei diritti e dei doveri degli altri o della comunità». «A questa categoria di operatori di pace - ha detto ai volontari accompagnati dal sottosegretario Carlo Giovanardi - appartenete anche voi, cari giovani amici. Siate, dunque, sempre e dappertutto strumenti di pace, rigettando con decisione l'egoismo e l'ingiustizia, l'indifferenza e l'odio, per costruire e diffondere con pazienza e perseveranza la giustizia, l'uguaglianza, la libertà, la riconciliazione,l'accoglienza, il perdono in ogni comunità». 
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