martedì 26 marzo 2013
Celebrando la Messa con gli ospiti della Domus in cui ha alloggiato finora, il Pontefice ha fatto capire che intende rimanere tra loro. Pronto l'appartamento nel Palazzo Apostolico, ma «per ora» non lo occuperà. Padre Lombardi: «Sperimentazione di una formula semplice di convivenza con gli altri». L'omelia del martedì santo: «Bello essere santi, ma anche essere perdonati».
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L'appartamento di Papa Francesco, nel Palazzo Apostolico, «è pronto» ma per ora lui resta alla Casa Santa Marta. Lo riferisce il direttore della sala stampa vaticana, Padre Federico Lombardi. «Questa mattina il Papa ha celebrato con gli ospiti della Domus e alla fine ha lasciato capire che intende rimanere con loro - ha spiegato padre Lombardi - Intanto si è trasferito alla 201, cioè nella "suite" che avrebbe dovuto ospitarlo subito dopo l'elezione dello scorso 13 maggio. E le stanze che erano state riservate ai cardinali elettori sono state riprese dai normali abitatori».Papa Francesco, ha commentato Lombardi «sperimenta questa convivenza: è una situazione di esperimento, manifesta questo desiderio di continuare a essere presente nella stessa casa che sta abitando dall'inizio del Pontificato. E dove ora sono tornati i sacerdoti e vescovi che vi risiedevano prima».«Su quanto durerà questa convivenza non faccio previsioni di lungo periodo», ha concluso padre Lombardi aggiungendo però che Papa Francesco per le udienze, per l'attività normale della mattina - incontri con gruppi, udienze con visitatori importanti e così via - usa già da diversi giorni l'appartamento delle udienze pontificie al secondo piano del Palazzo Apostolico, dove vi sono la Sala Clementina, la Bibliotecaprivata e altri ambienti per l'attività ufficiale. L'omelia di oggi. Aprire il cuore alla dolcezza del perdono di Dio: l'invito di papa Francesco è contenuto nell'omelia della Messa che il Pontefice ha presieduto questa mattina nella Casa Santa Marta, alla presenza degli ospiti della Domus. Ogni uomo vive la «notte del peccatore», ha detto il Papa, ma Gesù ha una "carezza" per tutti.  Quando Giuda esce dal Cenacolo per portare a termine il tradimento di Gesù, fuori, riferisce l'evangelista Giovanni, «è notte». Parte da questa annotazione ambientale - riferisce Radio Vaticana - la riflessione di papa Francesco. La notte che avvolge Giuda, osserva, è quella peggiore, la «notte del corrotto», una «notte definitiva, quando il cuore si chiude» in un modo «che non sa, non vuole uscire» da sè. Diversa, ha proseguito Papa Francesco, è invece la «notte del peccatore», una notte «provvisoria» che, ha sottolineato papa Francesco, noi tutti conosciamo. Ma «non abbiamo paura» perché poi la speranza si fa largo e ci spinge a un nuovo incontro con Gesù. «Pensiamo che bello è essere santi, ma anche che bello è essere perdonati» sono state le parole di papa Francesco: «Abbiamo fiducia in questo incontro con Gesù» e «nella dolcezza del suo perdono».
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