sabato 7 novembre 2009
Fermento nella comunità lombarda per l’arrivo del Pontefice, che domani vivrà un’intensa giornata tra i luoghi più legati alla memoria del bresciano che l’ha preceduto sul soglio di Pietro dal 1963 al 1978: Paolo VI. Un’occasione per ripercorrere l’eredità di un pastore che ha insegnato la via dell’incontro con il mondo contemporaneo.
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La visita di Benedetto XVI a Brescia, domani, sarà fatta di parole che lasciano il segno. Ma anche di segni, gesti, opere. Che dicono, con i fatti, per quante e quali vie possa procedere quella «civiltà dell'amore» di cui Paolo VI fu profeta. Due cifre eloquenti. Per manifestare a Ratzinger la riconoscenza della Chiesa bresciana con un gesto concreto di comunione, la diocesi, in tutte le sue componenti, dalle parrocchie alle associazioni ai singoli fedeli, si è mobilitata per raccogliere una somma di cinquecentomila euro da destinare alla «Carità del Papa», perché ne possa disporre a sostegno delle Chiese più povere, come quelle dell'Africa che hanno appena celebrato il Sinodo a Roma.Obiettivo raggiunto, fa sapere la diocesi, sottolineando come la somma raccolta a tale scopo sia superiore a quella spesa complessivamente per l'organizzazione della visita, circa 350mila euro. Il motivo centrale dell'evento, come ha più volte spiegato il vescovo di Brescia, Luciano Monari, sarà «l'omaggio a Paolo VI, il Papa del Concilio». La prima tappa sarà però a Botticino Sera, dove Ratzinger pregherà davanti alle spoglie di sant'Arcangelo Tadini, prete diocesano, parroco e fondatore delle Suore Operaie.Anche a Botticino l'attesa è grande. E parla di solidarietà il «Fondo Tadini» istituito dalle parrocchie con la Pro Loco e le Suore Operaie, che ha coinvolto le aziende della Valverde per aiutare le famiglie toccate dalla crisi economica e dalla disoccupazione. Solidarietà che guarda al vicino di casa. Ma che sa allargare il suo abbraccio ai popoli lontani. Le Suore Operaie e l'Associazione Cuore Amico, conferma suor Maria Regina Biscella, postulatrice di san Tadini, presenteranno al Papa il progetto di un centro sociale e per la formazione professionale da realizzare a Mugutu, nel Burundi: rivolto alla gioventù povera della periferia di Gitega, una delle pricipali città del Paese africano, verrà intitolato a Paolo VI e a Tadini.Fra le «luci» del pontificato di Montini, il rilancio del dialogo tra la Chiesa e l'arte contemporanea. Ne è testimonianza mirabile la collezione «Arte e spiritualità», che troverà adeguata collocazione nella nuova sede dell'Istituto Paolo VI, a Concesio, che Ratzinger inaugurerà nel pomeriggio di domenica.Ma il linguaggio della bellezza parla anche nella chiesa parrocchiale di Botticino Sera, dalla nuova pala d'altare dedicata a Tadini, opera del pittore armeno Yuroz; o, altro esempio, nell'oratorio composto da Santo Perotti, intitolato «Questa terra dolorosa, drammatica e magnifica», è una frase tratta dalle «Note per il nostro Testamento» di Paolo VI, che verrà eseguito stasera alle 20,30 nella chiesa di Santa Maria del Carmine, a Brescia.Numerosi inoltre i doni che verranno consegnati a Ratzinger. Due esempi? L'Associazione per la storia della Chiesa bresciana gli offrirà, nel centenario della rivista «Brixia Sacra», i due volumi de «La memoria della fede», miscellanea di studi storici; il Comune di Brescia, invece, il facsimile di un antico codice miniato della Biblioteca Queriniana.
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