sabato 26 febbraio 2011
La crisi economica con le sue conseguenze occupazionali e «il grave problema della sicurezza sul lavoro» sono state evocate da Benedetto XVI nel discorso rivolto sabato a 8 mila fedeli della diocesi di Terni che gremivano l'Aula Nervi. Ha ricordato poi la precarietà del lavoro, soprattutto giovanile, «fonte di angoscia per molte famiglie» e le difficoltà create alle famiglie dal lavoro domenicale.
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La "disoccupazione" mina la stabilità sociale e il bene comune. La "precarietà" del lavoro, soprattutto dei giovani, è motivo di "angoscia delle famiglie". Occorre "spezzare la catena delle morti e degli incidenti" sui luoghi di lavoro. Lo chiede il Papa, garantendo che per parte sua la Chiesa "sostiene ogni sforzo per garantire un lavoro sicuro e dignitoso". È un appassionato discorso di taglio sociale, in linea con il magistero e la sensibilità degli ultimi Papi, quello rivolto da Benedetto XVI a oltre 8.000 pellegrini della diocesi di Terni, accompagnati dal vescovo mons. Vincenzo Paglia, ricevuti in udienza in occasione del trentennale della visita, il 19 marzo 1981, di Giovanni Paolo II alle acciaierie di Terni. Toni ancora preoccupati quando Papa Ratzinger passa a criticare il lavoro "visto solo come strumento di guadagno" o " come mezzo di sfruttamento" e "di offesa alla dignità della persona". Con un accenno conclusivo al "problema del lavoro nella domenica" nelle società in cui "il ritmo del consumo rischia di rubarci anche il senso della festa e della Domenica, come giorno del Signore e della comunità".Benedetto XVI, citando la visita del predecessore alle acciaierie, ha voluto ricordare Giovanni Paolo II "in maniera speciale per l'amore che mostrò per il mondo del lavoro" e si associato agli stessi sentimenti con un ricordo autobiografico: "Nel giorno della mia elezione - ha detto - mi sono presentato anche io come un 'umile operaio lavoratore nella vigna del Signore ed oggi, assieme a voi, vorrei ricordare tutti i lavoratori e affidarli alla protezione di san Giuseppe".  "È importante tenere sempre presente - ha detto - che il lavoro è uno degli elementi fondamentali sia della persona umana, che della società. Le difficili o precarie condizioni del lavoro rendono difficili e precarie le condizioni della società stessa, le condizioni di un vivere ordinato secondo le esigenze del bene comune". Alludendo in particolare ai tragici incidenti che periodicamente si sono verificati nelle acciaierie, causando la morte di diversi operai, Benedetto XVI ha chiesto che si metta "in campo ogni sforzo perché la catena delle morti e degli incidenti venga spezzata". L'accoglienza dei pellegrini ternani al Papa è stata festosissima, con molti canti in attesa del suo arrivo nell'aula Paolo VI, silenzio attentissimo mentre pronunciava il suo discorso e alla fine il dono di un casco da operaio, bianco, che Benedetto XVI ha calzato sorridendo ben tre volte, posando per le foto di rito. Al papa è stata donata anche una maglietta della Ternana calcio con dietro scritto 'Joseph 16'.  Mons. Paglia nel suo saluto al Pontefice ha ricordato la situazione di Terni città industriale in un momento di difficoltà dell'industria e i problemi a stare con i figli per le madri che lavorano in turni domenicali. Commenti positivi alle parole del Papa da Giovanni Centrella, segretario generale dell'Ugl: "Un monito più che mai attuale, in un periodo storico dominato dalle logiche del profitto fine a se stesso e dalle speculazioni finanziarie, e che ci auguriamo sia ascoltato da tutti coloro che hanno ruoli di responsabilità".
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