lunedì 14 febbraio 2011
Per Papa Ratzinger «il pietoso caso dei quattro bambini rom, morti la scorsa settimana alla periferia di questa città, nella loro baracca bruciata, impone di domandarci se una società più solidale e fraterna, più coerente nell'amore, cioè più cristiana, non avrebbe potuto evitare tale tragico fatto». «Questa domanda - ha detto prima dell'Angelus - vale per tanti altri avvenimenti dolorosi, più o meno noti, che avvengono quotidianamente nelle nostre città e nei nostri paesi».
- IL TESTO DELL'ANGELUS
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Per Papa Ratzinger, "il pietoso caso dei quattro bambini rom, morti la scorsa settimana alla periferia di questa città, nella loro baracca bruciata, impone di domandarci se una società più solidale e fraterna, più coerente nell'amore, cioè più cristiana, non avrebbe potuto evitare tale tragico fatto". "Questa domanda - ha detto prima dell'Angelus - vale per tanti altri avvenimenti dolorosi, più o meno noti, che avvengono quotidianamente nelle nostre città e nei nostri paesi". L'interrogativo sulla tragedia dei piccoli rom è stato suggerito al Pontefice dal "Discorso della montagna" letto come Vangelo nella liturgia di oggi, nel quale "Gesù proclama la nuova Legge, la sua Torah, come la chiamano i nostri fratelli ebrei". Un insegnamento che  non mira ad "abolire la Legge" ma a dare ad essa "il pieno compimento". "Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei - disse infatti Gesù - non entrerete nel Regno dei Cieli". Per il Papa, "questa pienezza della Legge di Cristo, e questa superiore giustizia che Egli esige" è proprio quel di più di amore che ci fa superare la lettera delle leggi e dei precetti: "E' scritto 'chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio"."Questo modo di parlare - ha osservato Benedetto XVI - suscitava grande impressione nella gente, che rimaneva spaventata, perchè quell' 'io vi dico' equivaleva a rivendicare per sè la stessa autorità di Dio, fonte della Legge". Insomma, ha spiegato il Papa teologo, "la novità di Gesù consiste, essenzialmente, nel fatto che Lui stesso 'riempiè i comandamenti con l'amore di Dio: perciò ogni precetto diventa vero come esigenza d'amore, e tutti si ricongiungono in un unico comandamento: ama Dio con tutto ilcuore e ama il prossimo come te stesso"."Cari amici - ha poi concluso il Pontefice rivolto ai circa 60 mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro - forse non è un caso che la prima grande predicazione di Gesù si chiami 'Discorso della montagnà: Mosè salì sul monte Sinai per ricevere la Legge di Dio e portarla al Popolo eletto. Gesù è il Figlio stesso di Dio che è disceso dal Cielo per portarci al Cielo, all'altezza di Dio, sulla via dell'amore. Anzi, Lui stesso è questa via: non dobbiamo far altro che seguire Lui, per mettere in pratica la volontà di Dio ed entrare nel suo Regno, nella vita eterna".
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