lunedì 3 marzo 2014
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"Vi chiedo di pregare ancora per l'Ucraina, che sta vivendo una situazione delicata. Mentre auspico che tutte le componenti del Paese si adoperino per superare le incomprensioni e per costruire insieme il futuro della Nazione, rivolgo alla comunità internazionale un accorato appello affiché sostenga ogni iniziativa in favore del dialogo e della concordia". Il Papa all'Angelus ha preso posizione sulla situazione in Ucraina, dove, dopo mesi di violenze, scontri e repressione, si è aperto da alcuni giorni lo scenario Crimea, con una tensione pericolosamente in salita. Il Papa ha chiesto che si faccia "ogni sforzo" contro questa spirale minacciosa che angoscia il mondo e evoca venti di guerra. Quello di domenica all'Angelus è il quarto appello in venti giorni del Pontefice per l'Ucraina, che dal punto di vista religioso è a maggioranza cristiana, ma non cattolica: ci sono in realtà tre chiese ortodosse, una che fa riferimento al Patriarcato di Mosca, una che fa riferimento al Patriarcato di Kiev e una, autocefala, che come molte autocefale nel mondo, fa riferimento al Patriarcato di Costantinopoli. I cattolici sono minoranza, spesso rimpatriati dall'Occidente, mentre le tre chiese ortodosse sono tradizionalmente ostili tra loro. Tuttavia in questi giorni, nonostante le divergenze nazionaliste tra i filorussi e i filoucraini, sembra che tutte le chiese ortodosse in Ucraina facciano blocco - tra loro eanche con i cattolici - nel soccorrere il popolo vittima delle violenze e degli scontri.  Il primo appello dell'anno per l'Ucraina papa Francesco lo aveva fatto il 26 gennaio: "Sono vicino con la preghiera all'Ucraina - aveva detto all'Angelus - a quanti hanno perso la vita in questi giorni e alle famiglie. Auspico che si sviluppi un dialogo costruttivo tra le istituzioni e la società civile e, evitando ogni ricorso a azioni violente, prevalgano nel cuore di ciascuno lo spirito di pace e la ricerca del bene comune!".Il 19 febbraio papa Bergoglio aveva rivolto in suo "appello" al termine dell'udienza generale: "Con animo preoccupato - aveva detto - seguo quanto in questi giorni sta accadendo a Kiev.Assicuro la mia vicinanza al popolo ucraino e prego per le vittime delle violenze, per i loro familiari e per i feriti. Invito tutte le parti a cessare ogni azione violenta e a cercare la concordia e la pace del Paese".    Il 21 febbraio, invece, il Papa aveva aperto la seconda giornata di lavori del Concistoro straordinario dei cardinali, con una preghiera per l'Ucraina. "Io vorrei inviare un saluto, -aveva detto - non solo personale ma a nome di tutti, ai cardinali ucraini - il cardinale Jaworski, arcivescovo emerito di Leopoli, e il cardinale Husar, arcivescovo maggiore emerito di Kiev - che in questi giorni soffrono tanto e hanno tante difficoltà nella loro Patria". Il Papa aveva poi approvato personalmente una dichiarazione del portavoce Federico Lombardi, di questo tenore: "In queste ore - affermava la dichiarazione - desta una speciale apprensione il drammatico evolversi della situazione in Ucraina, per la quale si auspica che cessi prontamente ogni azione violenta e si ristabiliscano la concordia e la pace".
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