venerdì 16 marzo 2018
La visita del Papa nel luoghi del frate, occasione per capire questi doni soprannaturali. Come si verifica se sono autentici? Da Francesco d'Assisi a Veronica Giuliani, tanti i santi stimmatizzati.
Padre Pio da Pietrelcina

Padre Pio da Pietrelcina

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Alla scoperta delle stimmate

Il viaggio del Papa nei luoghi di padre Pio ha una doppia ragione: il 50° della morte del santo frate cappuccino e i cent’anni dalla manifestazione permanente delle stimmate. Quest’ultima è una parola che deriva dal greco e significa letteralmente “marchio”. Nella mistica, nella tradizione cristiana però quando si parla di stigmate o stimmate si intendono i segni, le piaghe sul corpo di Cristo, (mani, piedi, costato) a seguito della crocifissione. In senso più largo comprendono anche le ferite sulla schiena e sul capo per la flagellazione e la corona di spine. Il termine compare anche nel Nuovo Testamento, per la precisione nella Lettera ai Galati, là dove san Paolo sottolinea di non volere altro vanto che la croce di Cristo: «D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stimmate di Gesù nel mio corpo». (Gal 6,17)

San Francesco e l'Eremo della Verna

Il più famoso degli stimmatizzati è san Francesco d’Assisi, ma anche molti altri santi, come vedremo, hanno ricevuto questa prova del legame che li univa a Cristo. In ogni caso si tratta di “segni” anche molto diversi tra loro. Esistono infatti le stimmate invisibili o visibili. Le prime consistono in un dolore molto forte in corrispondenza delle piaghe di Cristo ma senza manifestazioni esterne, accompagnato dalla precisa consapevolezza che non di malattia si tratti ma di un dono spirituale.
Quelle visibili invece hanno forma variabile e talvolta possono essere per così dire figurative, cioè a forma di croce, piuttosto che di cuore, corona di spine. ostia. Come si diceva poc’anzi, il più noto santo stimmatizzato della storia sarebbe stato san Francesco d’Assisi che le ricevette all’eremo della Verna nel 1224, in prossimità dell’Esaltazione della Croce. In memoria di quell’episodio, il 17 settembre di ogni anno il santuario della Verna è il cuore della celebrazione delle Stimmate di san Francesco.

Il Venerdì Santo di Veronica Giuliani

Tra gli altri celebri testimoni della fede stimmatizzati, si ricorda Caterina da Siena (la cui vicenda fu al centro di una polemica), che ne venne raggiunta nel 1375 durante un’estasi. Sono datate 1697, di Venerdì Santo, invece le stimmate di santa Veronica Giuliani che nel suo Diario scrive: «In un istante io vidi uscire dalle Sue santissime piaghe cinque raggi risplendenti; e tutti vennero alla volta mia. Ed io vedevo questi raggi divenire come piccole fiamme. In quattro vi erano i chiodi; ed in una vi era la lancia, come d’oro, tutta infuocata: e mi passò il cuore, da banda a banda… e i chiodi passarono le mani e i piedi. Io sentii gran dolore; ma, nello stesso dolore, mi vedevo, mi sentivo tutta trasformata in Dio». Altri celebri stimmatizzati/e, complessivamente il loro numero sarebbe di almeno 300, furono santa Caterina Ricci, Anna Katharina Emmerick, Teresa Neumann e santa Gemma Galgani. Una vita (1878-1903) la sua segnata da grandi sofferenze con le stimmate ricevute nel 1899 alla vigilia della festa del Sacro Cuore di Gesù. Questo fenomeno si sarebbe poi ripetuto tutte le settimane dal giovedì sera verso le 20 fino alle 15 del venerdì seguente.

Padre Pio senza cicatrici


Infine, naturalmente padre Pio da Pietrelcina, la cui stigmatizzazione permanente risale al 20 settembre 1918. Il frate cappuccino, peraltro restio a parlarne pubblicamente, avrebbe poi confidato al suo padre spirituale Benedetto da san Marco in Lamis di essere stato sorpreso, dopo aver celebrato Messa, dal riposo, simile ad un dolce sonno con tutti i sensi interni ed esterni in una quiete indescrivibile. E nel totale silenzio. In quello scenario la comparsa di «un misterioso personaggio, simile a quello visto la sera del 5 agosto, che differenziava in questo solamente che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondava sangue.... Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore, il quale me lo sentivo sbalzare dal petto. La vista del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue. Immaginate lo strazio che esperimentai allora e che vado esperimentando continuamente quasi tutti i giorni» (Epistolario, i volume, 1995, p. 510). Come noto alla morte le stimmate scomparvero dal corpo di padre Pio, senza lasciare cicatrici. Un fenomeno inspiegabile sotto il profilo scientifico, fisio-patologico, dal momento che ogni ferita, si accompagna a un’azione di contrasto riparativa, con il formarsi di tessuto cicatriziale.

Vere o false?

Le stimmate ricordano ciò che Cristo ha dovuto subire durante la Passione per la salvezza dell’umanità. Chi le riceve è in qualche modo chiamato a ricordare le verità ultime che ci attendono, richiamando al tempo stesso l’enormità infinita dell’amore con cui il Signore ha circondato ogni creatura. Un amore così grande da accettare la morte. E la morte in Croce, tra terribili sofferenze.
Ciò non toglie che le stimmate vadano “verificate”, che sia da valutare la loro autenticità. Tra i requisiti, ma ce ne sono anche altri, che permettono di giudicarle positivamente: la localizzazione nei luoghi delle piaghe di Cristo, il loro manifestarsi durante estasi di preghiera, l’accompagnarsi a forti dolori, l’assenza di cattivo odore, l’insensibilità alle cure. Oltre naturalmente al fatto che tali ferite “colpiscano” persone di grande fede, che pratichino le virtù cristiane in modo straordinario.

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