giovedì 11 maggio 2023
Nuovo vicario per l'Italia: è don Giovanni Manfrini, 52 anni. Dal prelato monsignor Fernando Ocáriz una lettera che riassume spirito e risultati dell'incontro mondiale per la revisione degli statuti
Don Giovanni Manfrini, nuovo vicario per la regione italiana dell'Opus Dei

Don Giovanni Manfrini, nuovo vicario per la regione italiana dell'Opus Dei - Dal sito Opusdei.org

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Per l’Opus Dei è tempo di rinnovamento. Di pari passo con una progressiva semplificazione della struttura, sono arrivate nuove nomine per gli incarichi di responsabilità in Italia. Tra tutte, va segnalata la designazione di don Giovanni Manfrini come nuovo vicario regionale, che da giugno subentra a don Normann Insam. Veronese, 52 anni, sacerdote dal 2017, Manfrini ha una laurea civile in Giurisprudenza, un dottorato in Teologia morale e una lunga esperienza formativa tra i giovani a Roma, Palermo, Sesto San Giovanni e poi in LIguria, oltre ad aver già ricoperto incarichi nel governo centrale della Prelatura.
L’avvicendamento arriva poche settimane dopo il Congresso generale straordinario che si è tenuto a Roma nei giorni successivi alla Pasqua. A tracciarne un bilancio in una lettera ai fedeli della Prelatura, sul sito ufficiale (Opusdei.org), è il prelato alla guida dell’istituzione monsignor Fernando Ocáriz, che riassume i lavori dei 274 fedeli dell’Opera giunti da tutto il mondo come ispirati da due punti fermi: «La fedeltà al carisma che san Josemaría Escrivá ha ricevuto il 2 ottobre 1928 e l’adesione filiale alla volontà espressa dal Santo Padre», in giorni «caratterizzati da un’atmosfera di serenità e buon umore e dalla partecipazione attiva di tutti. Ognuno – prosegue Ocáriz – ha potuto esprimersi liberamente, sia nei gruppi di lavoro che nelle sessioni plenarie». Alludendo alla grande mole di proposte inviate da migliaia di fedeli della Prelatura, come chiesto dallo stesso Ocáriz, il prelato sottolinea che «nell’esaminare i suggerimenti, c’è stato grande accordo tra molte persone di diversa provenienza, formazione e cultura. È stata un’eloquente dimostrazione di unità intorno al “dono dello Spirito ricevuto da san Josemaría” (Ad charisma tuendum, preambolo)».
Proprio per dare attuazione al motu proprio firmato dal Papa nel luglio 2022 era stato convocato dal prelato l’incontro di Roma, al centro del quale si è posta dunque l’obbedienza al Pontefice su un punto decisivo come la centralità del carisma: «Abbiamo cercato di esprimere più chiaramente la dimensione carismatica dell’Opera – aggiunge il sacerdote spagnolo terzo successore del fondatore –, che viene vissuta e realizzata in comunione con le Chiese particolari e con i vescovi che le presiedono. La Prelatura dell’Opus Dei è una famiglia, frutto di legami di paternità, filiazione e fraternità». Un punto, questo decisivo nel cogliere l’impronta originaria dell’Opera: «Abbiamo visto ancora una volta i legami che ci uniscono – scrive infatti Ocáriz – così come l’amore per la Chiesa e per il Santo Padre. Allo stesso tempo, è stato facile ringraziare Dio per le tante iniziative di evangelizzazione e di servizio a molte anime in tutto il mondo. Poiché a Roma si sono riunite persone provenienti da tanti Paesi, è stato anche naturale tenere a mente l’intero Opus Dei, tutti i cooperatori e gli amici, pregare gli uni per gli altri e soprattutto per coloro che vivono in Paesi colpiti dalla guerra o da varie forme di povertà e di bisogno». Ora «sta prendendo forma una proposta di adeguamento degli Statuti che risponde alla richiesta del Papa», proposta «che sarà presentata alla Santa Sede nei prossimi mesi».
Il Congresso ha così dato anche un primo impulso alla preparazione del centenario dell’Opus Dei, in calendario nel 2028. Ancora lontano, ma con un’agenda che prevede un evento intermedio: il Congresso generale ordinario del 2025, nel quale confluiranno i suggerimenti giunti in questi mesi e che «non erano applicabili a ciò che la Santa Sede sta chiedendo ora». Al centro di tutto, come ha scritto il Papa, «il dono dello Spirito ricevuto da san Josemaría Escrivá» con l’attuazione del «compito di diffondere la chiamata alla santità nel mondo, attraverso la santificazione del lavoro e degli impegni familiari e sociali». Un carisma che col tempo guadagna di attualità.

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