lunedì 26 maggio 2025
A inizio settimana uno spazio pensato per la riflessione personale con l'aiuto di testimoni della fede e maestri spirituali. Oggi la teologa Zarri su come aprire il cuore all'ascolto
La bellezza della natura è in sé stessa una preghiera di lode

La bellezza della natura è in sé stessa una preghiera di lode - ICP

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A volte ci mancano le parole, vorremmo dire tante cose ma non riusciamo a imbastire neanche una frase. E non è detto che sia un male, a patto che parlino gli occhi, che gli sguardi sappiano incontrarsi in profondità. Nella vita dello spirito vale lo stesso. Anzi, i mistici sottolineano come la vera preghiera sia quella “cuore a cuore”, consista semplicemente nello stare al cospetto dell’Eterno. Ma si tratta di un vertice difficilissimo da raggiungere, che implica, passo dopo passo, la rinuncia alle proprie certezze e la disponibilità a frequentara la scuola dell'umiltà. Scopo della preghiera, del resto, è imparare a ragionare come Dio, cercare di vedere il mondo, e la nostra vita, come Lui. Ognuno per provarci segue una propria strada. Noi non sappiamo come ti pregano gli animali, le piante, le stelle, osserva in questa poesia religiosa la teologa Adriana Zarri (1919-2010), a dire il vero non capiamo bene neanche come preghiamo noi, se in maniera efficace o superficiale. Forse, per cambiarci dentro, basterebbe sapersi mettere in ascolto.

«Io non so come ti prega mio padre, né mio fratello, né mio zio;
non so nemmeno come ti pregava la tua madre, Maria.
Non so come ti pregano le stelle e i rami di corallo in fondo al mare,
né quei cuscini di muschio che fioriscono in alto, sulle rocce.
Non so come ti prega il gatto e il topo, e la pulce nel pelo del topo.
In fondo, Signore, non so nemmeno come prego io.
So come preghi tu: come mormori piano, in fondo al cuore;
ed io sto appena ad ascoltare».

Ps: con l’odierna riflessione si conclude questo spazio spirituale da me curato. Spero vi sia stato utile. Grazie davvero per l’attenzione che gli avete dedicato. (Ricc.Macc.)


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