martedì 2 ottobre 2018
Bassetti alla sei giorni dell’associazione internazionale. Il messaggio del Papa. De Donatis: prudenza e delicatezza nel curare i cuori spezzati
Nel bagaglio del buon esorcista carità, formazione, discernimento
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Sei giorni per riflettere sul ministero dell’esorcista. Il quale «rappresenta efficacemente – come ha ricordato l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti – l’esempio di “Chiesa in uscita” tanto caro a papa Francesco, in quanto gli esorcisti sono annunciatori di primavera nell’inverno delle periferie esistenziali». Si è svolto a Sacrofano (alle porte di Roma) il Convegno dell’Associazione internazionale esorcisti (Aie), che si tiene a cadenza biennale ed è organizzato dal suo presidente, padre Francesco Bamonte coadiuvato dai consiglieri dell’Associazione.

Appuntamento al quale anche il Papa ha voluto in qualche modo rendersi “presente”, attraverso un messaggio di saluto a firma del segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. Francesco ha infatti auspicato che il «significativo evento possa costituire un valido aiuto per quanti cercano, come buoni samaritani, di alleviare e guarire le ferite causate dall’opera del maligno, il quale, presente in diverse forme nella vita di tante persone, rende drammatica e più faticosa l’esistenza quotidiana». Numerosi gli interventi nel corso dei lavori (dal 24 al 29 settembre).

Bassetti ha ricordato che da un lato la carità costituisce l’elemento indispensabile per ogni esorcista perché «rende autenticamente forti contro gli spiriti del male»; dall’altro ha posto l’accento sull’importanza di una buona formazione, al fine di «discernere la reale azione straordinaria del maligno da ciò che è invece frutto di cause naturali ». Terzo requisito: la fede.

«Solo una fede ricca di contenuti veri può essere efficace, perché una fede strampalata non può che generare prassi bizzarre, sconclusionate e anche dannose». Anche il vicario del Papa per la diocesi di Roma, cardinale Angelo De Donatis, ha sottolineato la delicata responsabilità che ricade sui sacerdoti esorcisti a cui è richiesta «una speciale prudenza» perché «non di rado i fedeli sono portati a ritenere che il male che li affligge sia senz’altro opera della potenza misteriosa del male e non piuttosto il frutto avvelenato di una vita bisognosa di vera conversione al Vangelo ». Per questo, è importante «fare un discernimento attento prima di ricorrere all’esorcismo». «La delicatezza con la quale saprete curare i cuori spezzati – ha concluso – sono la Buona Notizia che continua a risuonare nel mondo e la sua forza risanante».

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